spazio giovani |
Altre News
/

Giovani chi cercate? – “Chiesa in uscita” con il cuore di gioia

10 giugno 2015 | 09:31
Share0
Giovani chi cercate? – “Chiesa in uscita” con il cuore di gioia

Il Signore, a volte, si serve dei più piccoli per dirci che vuole riempire di gioia il nostro cuore, la nostra vita.

Venerdì scorso, ascoltando nella Cattedrale di Torino la Lectio divina guidata dal nostro Vescovo, abbiamo avuto occasione di riflettere sulla ricerca del Volto di Dio. Il brano della Genesi che abbiamo meditato ha proposto, fra i molteplici spunti, la domanda che viene rivolta ad Adamo dopo la caduta.
“Dove sei?”.

Due giorni dopo, con la partecipazione alla Processione cittadina del Corpus Domini vissuta a Sanremo insieme a tutte le comunità parrocchiali e ad una grande folla di fedeli, questa domanda mi è tornata alla mente, proprio mentre accompagnavamo il Santissimo per le vie della nostra città.

Dapprima quando ho pensato che questa presenza discreta e silenziosa, ma reale, non si stanca – in ogni modo e circostanza – di farsi prossima nella nostra vita. Talvolta anche in modo così evidente e chiaro per gli occhi ed il cuore di chi ha il dono della fede. Ma che resta velato a chi non sa accogliere la Parola che salva.

E mi sono interrogato sulle tante persone che abbiamo incontrato sul nostro percorso. Chi si arrestava in silenzio per adorare il Signore, chi si univa al corte, chi si fermava con rispetto. Ma anche tante persone sedute nel locali di Via Matteotti, assolutamente disinteressate a quello che accadeva sotto i loro occhi. Forse incuriosite o solo distratte dalle loro occupazioni. E poi coloro che continuavano a farsi tranquillamente i fatti loro. A parlare, a dialogare al cellulare. Oppure anche a sorridere di fronte ad uno “spettacolo” per loro senza senso.

Viene naturale domandarsi sul significato di questa testimonianza; e, purtroppo, anche di criticare un atteggiamento di incredulità così evidente.

Ma è giusto porsi come giudici degli altri?
Non siamo tutti, in modo diverso increduli? Uomini dalla fede “piccola” e bisognosa di aiuto?
Lui lo sa. Per questo viene a cercarci in ogni modo. Nel povero, nel bisognoso, nella domanda di senso che il cuore ci suggerisce davanti agli interrogativi che ci interpellano nel profondo. Nel Pane che attraversa la nostra città e ci guida come il Popolo dell’Esodo che – anche in maniera inconsapevole – cammina verso la Terra Promessa con tutte le fatiche ed i tradimenti frutto del nostro peccato.

Ma lui lo sa. Ci conosce. Ed allora si lascia portare per le Vie Crucis della nostra indifferenza di fronte all’amore che si fa dono totale. Si affida sempre, ancora, alle nostre mani impure, al cuore di pietra; si mostra ad occhi che non sanno riconoscerlo. A quel Tommaso che vive in ognuno di noi : che vuole vedere per credere.

Poi, d’improvviso, succede qualcosa, si apre come un varco che ti offre una chiave di lettura diversa.
Siamo quasi a metà del cammino. Si avvicina una famigliola. Procede al fianco del Baldacchino. Una bimba piccolissima – poco più di un anno probabilmente – cammina infatti tenuta per mano dalla mamma, si inserisce nel gruppo che precede il Santissimo. Incuriosita forse dai petali di fiori che sono sparsi sul selciato. Così, con la madre, cammina davanti al Signore, quasi danza con il suo procedere incerto e dondolante. A fianco il padre che spinge la carrozzella vuota; una signora anziana vicina, forse la nonna. Per alcune centinaia di metri cammina con noi. Non so cosa abbiano pensato gli altri. O il vescovo che la vedeva davanti a sé in questo gioco che sembrava quasi una preghiera.

Perché in quel momento, si capiva, per lei era una festa quella che stava vivendo. Lo diceva il suo comportamento, i suoi gesti e – perché no – forse anche il suo cuore. Era impossibile non guardarla e pensare che il Signore, a volte, si serve proprio dei piccoli per dirci cosa vuole da noi. Gioia. Vuole riempire di gioia il nostro cuore, la nostra vita.

Annunciare il Vangelo per un cristiano è motivo di gioia. Una gioia che riempie il cuore e ci spinge ad uscire, a farci prossimi, come ci ricorda il Papa e ci ha ricordato il Vescovo prima della Processione.
La sera di domenica scorsa siamo stati una “Chiesa in uscita”. Ma non lo capivo. Perché invece di vivere con gioia l’incontro con tutti i fratelli e le sorelle che incontro sul cammino, mi ostinavo a giudicarli e a sentirmi migliore di loro.

Una bimba piccolissima, forse un angelo, ha danzato davanti al Signore, per ricordarmi che il Vangelo – quando davvero lo si accoglie senza pregiudizi e chiusure – diventa forza che riempie il cuore di gioia. Tanto che la Presenza del Signore ci rende così folli da voler danzare per dirgli grazie. Di tutto. Anche di farci sperimentare ogni giorno la nostra povertà. Lui che è la nostra unica vera ricchezza.

(di Nuccio Garibaldi)