Dopo elezioni, maggioranza in Comune appesa a un filo e gli imperiesi attendono…

2 giugno 2015 | 08:47
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Dopo elezioni, maggioranza in Comune appesa a un filo e gli imperiesi attendono…

Che ne sarà di Paolo Strescino che aveva annunciato le dimissioni? L’ex sindaco in vacanza ora pensa solo alla finale della Juventus in Champions League e gli imperiesi possono aspettare

Imperia. Maggioranza appesa a un filo a Imperia. In Regione il neo presidente Giovanni Toti governa con Area Popolare, a Imperia il sindaco imprenditore amministra con lo stesso movimento politico dopo aver sostenuto alle consultazioni di domenica Raffaella Paita.

Un matrimonio pre elezioni comunali che ora stona, vacilla e che potrebbe addirittura arrivare ad un divorzio.

Conti alla mano se il Pd è riuscita a mantenere le posizioni, Area Popolare e Liguria Cambia, sono crollati nelle preferenze degli elettori del capoluogo che, tra l’altro, hanno preferito andare al mare. Liguria Cambia, alla fine dello scrutinio ha ottenuto 762 voti ovvero il 5,54 per cento. Luca Lanteri capolista del movimento fondato da Capacci ha ottenuto 651 preferenze. L’ex assessore all’Urbanistica e ai Porti nel decennio di Luigi Sappa e per due anni col suo successore Paolo Strescino, prima di passare dall’altra parte della barricata, forse sperava di fare qualcosa di più.

Area Popolare ha raccolto 196 preferenze alla lista. E ora che cosa succederà a Palazzo? A Imperia se lo chiedono in molto. Paolo Strescino, ora in vacanza, aveva preannunciato le sue dimissioni da assessore all’indomani delle Regionali. E’ atteso un vertice con la segreteria cittadina e provinciale. “Ora penso solo alla Juventus e alla Champions League di Berlino”, taglia corto l’ex sindaco.

Alessio Saso, ex consigliere in Regione, a fare una valutazione politica peraltro sotto gli occhi di tutti: “Al Governo siamo con Renzi, in Regione col portavoce di Berlusconi e in Comune a Imperia col Pd. Qualcosa sarà da rivedere”.

E allora non resta altro che aspettare e vedere se Carlo Capacci riuscirà a mantenere in piedi una maggioranza che ora stenta a sopravvivere.