Bilancio Sociale dell’INPS della Liguria nel 2014

10 giugno 2015 | 18:09
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Bilancio Sociale dell’INPS della Liguria nel 2014

Nel corso del 2014 si è ulteriormente sviluppata e consolidata l’evoluzione organizzativa conseguente all’unificazione in un unico Ente previdenziale  dell’INPS, dell’INPDAP e dell’ENPALS.

Perseguendo comunque l’obiettivo della massima economicità gestionale possibile, senza rinunciare a mantenere il presidio diffuso dell’Istituto sul territorio, la sede Regionale ha intrapreso un percorso di analisi e progettazione orientate alla razionalizzazione della propria presenza istituzionale.

In questo quadro complessivo che ha visto diminuire ancora il personale in forza alle proprie strutture, è stata operata la scelta di mantenere invariato il numero delle proprie strutture sul territorio cercando sinergie con i diversi soggetti pubblici presenti sul territorio.

La decisione è stata supportata dai risultati della campagna di “Analisi della domanda”, che in Liguria ha coinvolto per la prima volta le sedi di Genova e La Spezia, finalizzata a conoscere le motivazioni che portano l’utenza a recarsi comunque presso le strutture  dell’Istituto, anche in un sistema altamente informatizzato, come quello attuale.

Uno degli elementi più significativi emersi dall’indagine sul territorio ligure è stata la consapevolezza di come l’Istituto rappresenti, indipendentemente dalle dimensioni e dalla complessità dell’ambito in cui insistono le strutture,  il punto di riferimento maggiormente riconosciuto come tale nel sistema di Welfare del Paese. Questa necessità è certamente amplificata dal perdurare della crisi economica del Paese, che porta una parte di popolazione, che altrimenti non ne avrebbe avuto la necessità, a rivolgersi all’Istituto per affrontare problematiche e complessità inerenti, in particolare, il sistema degli ammortizzatori sociali.

Il capitale umano

In una  fase in cui l’Istituto deve affrontare un rilevante mutamento organizzativo, non si arresta l’emorragia di risorse sia economiche che umane che ha caratterizzato  questi ultimi anni. Infatti, se dal punto di vista numerico complessivo, il patrimonio di risorse umane disponibili, con il recente ingresso dei colleghi provenienti dalla Gestione Pubblica, mediamente più giovane e di elevata formazione scolastica, ha surrogato il decremento regionale dell’ultimo quinquennio non ha comunque compensato l’incremento delle attività attribuite alle Direzioni provinciali con conseguenti ed inevitabili problematiche  sia sulla attività di pianificazione che di valutazione dei carichi di lavoro e dei risultati di produzione.

A conferma di quanto esposto si riporta in tabella il decremento della forza di ciascuna direzione nel corso degli ultimi 5 anni, evidenziando la quantificazione del numero di risorse provenienti dalla Gestione Pubblica l’anno precedente.

In carenza di nuove assunzioni, l’età media del personale attivo permane in tendenziale aumento nonostante, l’inserimento di personale di provenienza INPDAP ed ENPALS, mediamente più giovane.

Si evidenzia che, al netto dei  professionisti che svolgono la propria attività per conto dell’Istituto, al 1 luglio 2014, erano presenti in servizio in Liguria 11 dirigenti a fronte di 747 dipendenti, per un rapporto  di circa 1 dirigente ogni 68 unità lavorative (1,47 %).

L’Istituto nonostante le oggettive difficoltà, ha comunque mantenuto nel corso del 2104, sia quantitativamente sia qualitativamente, livelli di produzione assolutamente in linea con gli obiettivi che si era prefissato.

IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE: Le strutture e l’integrazione logistica

Il processo di integrazione dell’ INPDAP e dell’ ENPALS con INPS, è stato una scelta strategica che ha ridefinito gli scenari del welfare nazionale, ponendo l’Istituto come principale o unico attuatore delle disposizioni legislative in materia previdenziale ed assistenziale.

L’ operazione di razionalizzazione seguita all’integrazione ha realizzato necessarie semplificazioni operative volte ad ottenere consistenti risparmi di risorse economiche, pur garantendo i diritti degli utenti e nel rispetto delle professionalità del personale.

Vi è stato quindi un notevole impatto sulla logistica dell’Istituto che ha avviato e concluso un’attività di integrazione logistica delle strutture dei tre enti sul territorio, volta a razionalizzare la distribuzione territoriale e ad unificare, laddove possibile, gli uffici in un solo stabile, in un’ottica di contenimento dei costi e di più efficiente gestione delle risorse.

A decorrere dal 2014 la riorganizzazione territoriale ha prodotto un immediato e significativo abbattimento dei costi di funzionamento degli immobili ad uso strumentale, che rappresenta il 40% delle principali spese di funzionamento sopportata dai tre enti previdenziali.

Gli oneri cessanti consistono nella contabilizzazione delle spese annuali corrispondenti alla gestione e manutenzione ordinaria di tutti gli immobili che sono stati rilasciati (canoni di locazione, utenze, pulizie, manutenzione ordinaria, tributi).

Dal punto di vista della consistenza immobiliare l’integrazione ha consentito anche una considerevole riduzione degli spazi occupati come risulta dai dati sotto riportati:

Superfici plessi iniziale                      mq 63.321,00

Superfici rilasciate                             mq 28.324,00

Superfici occupate dalle Direzioni      mq 34.997,00 con una riduzione del 45%.

Conclusa positivamente questa operazione di notevole impatto organizzativo ed economico, la direzione regionale Liguria ha già avviato una nuova sistemazione logistica che interessa le strutture distribuite sul territorio.

Valutato l’assetto organizzativo, sono state riviste al ribasso le consistenze degli spazi adibiti ad uffici delle agenzie mediante una progettazione rispettosa delle quantità valutate secondo il corretto rapporto superficie/risorse umane di cui al contesto normativo vigente. Ad esito di tale nuova quantificazione delle esigenze dell’istituto, la direzione regionale Liguria ha già avviato una negoziazione dei contratti in essere, privilegiando dove possibile la ricerca di disponibilità di locali presso le pubbliche amministrazioni locali e l’agenzia del demanio.

Il risparmio atteso dovrebbe attestarsi sulle percentuali già espresse con la precedente attività.

Nel corso del 2014 l’INPS ha realizzato sul prospetto SUD dell’immobile di proprietà sito in Genova via Sestri 196r una facciata a verde verticale.

Il verde verticale, comunemente definito anche come “giardino verticale”, indica in generale tutte le forme di chiusura verticale vegetata ed è il risultato dell’inverdimento con specie vegetali piantumate al suolo, all’interno dei componenti stessi della chiusura verticale o in pannelli ancorati alla facciata. L’inverdimento verticale di un involucro edilizio influisce in modo rilevante sul miglioramento del confort ambientale degli spazi interni e dell’aria esterna.

La sperimentazione si pone quali obiettivi:

–        quello di valutare mediante misurazioni in campo gli effetti sul risparmio e sull’efficienza energetica, sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico locale e del fenomeno isola di calore oltre che della temperatura estiva e sulla indiretta riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera;

–        successivamente dall’analisi comparata con la letteratura scientifica in materia quello di delineare linee guida applicabili per l’estensione della presente esperienza ad altri interventi sull’esistente.

La stessa vede come partner:

–        Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Liguria;

–        Legambiente Liguria Onlus;

–        Ricerca sul Sistema Energetico – RSE S.p.a. del MISE;

–        Università degli studi di Genova.

Gli obiettivi raggiunti

LA PRODUZIONE

In termini di efficienza la consuntivazione 2014 può considerarsi soddisfacente, visto il superamento dello standard previsto (124 contro il 126.61 raggiunto), con la produzione in crescita (+2,22%) nonostante il calo evidente della forza (-5,73%) e di conseguenza  della relativa presenza (-6,8%).

 La qualità

In fatto di efficacia, relativamente all’indicatore sintetico di qualità delle aree di produzione,  il valore regionale di 103,81 è superiore al 100 nazionale, il Front Office (100,36) e il Back Office (114,85), mentre il valore delle Altre Aree è inferiore al nazionale (89,51).

L’Inps E Il contesto socio-economico

Popolazione

Al 1° gennaio 2014  la popolazione residente in Liguria risultava di 1.591.939 unità contro le 1.565.127 unità al 1° gennaio 2013, con un aumento percentuale di 1,71%. L’aumento è registrato per ogni provincia ligure, con incidenza significativa a Genova (+1,97%), del genere maschile (+2,17%) rispetto al femminile (+1,31%).

Prevale la componente femminile con 835.611 femmine su 756.328 maschi.

Gli stranieri residenti in Liguria al 31 dicembre 2013 sono 138.355, pari all’8,69% della popolazione residente complessiva e registrano una crescita rispetto all’anno precedente del 15,35%, con incidenza significativa a Genova (+17,85%).

La componente femminile è di 74.452 femmine contro 63.903 maschi.

Gli stranieri residenti in Liguria provengono soprattutto da Albania (17,09%), Equador (16,70%), Romania (13,09%), Marocco (9,75%).

I principali indicatori demografici relativi all’anno 2014 non si discostano significativamente da quelli inerenti all’anno precedente.

Dall’analisi della componente naturale il tasso di natalità è pari a 6,9 nati per mille abitanti, mentre il tasso di mortalità è pari a 13,2 morti per mille abitanti.

Il tasso di crescita naturale, per il quale la Liguria si distingue per una contrazione ancor più significativa (-6,3) di quella nazionale stimata (-1,4), il saldo migratorio (0,9 vs 1,9 stima nazionale), determinano un tasso di crescita totale  marcatamente negativo (-5,4), contrariamente al dato nazionale positivo stimato (+0,4).

Gli indicatori di struttura della popolazione confermano il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione ligure: l’indice di dipendenza degli anziani ossia il rapporto tra gli oltre sessantacinquenni e la fascia di popolazione in età lavorativa da 15 a 64 anni è pari a 45,7 al 1° gennaio, così come l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra il numero degli ultra sessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni) passa da 238,2 nel 2013 a 239,5 al 1° gennaio.

Permangono le percentuali del 2013 relativamente alla struttura per fasce d’età della popolazione al 1° gennaio 2014, ovvero:

  • 11,6% fino ai 14 anni;
  • 60,7% dai 15 ai 64 anni;
  • 27,7% oltre i 65 anni.

Mercato del lavoro

Rispetto al corrispondente periodo 2013, nel I trimestre 2014 la forza lavoro registra una diminuzione per effetto del consistente calo degli occupati (-4,3%). Si registra inoltre un aumento delle persone in cerca di occupazione (+6,8%) per la crescita delle persone senza precedenti esperienze lavorative. A livello settoriale, il calo tendenziale degli occupati riguarda il settore dei servizi (-6,0%), in particolare il commercio

(-15,5%) e l’agricoltura (-3,2%).
In ripresa l’industria: l’aumento degli occupati è pari a +2,8% (costruzioni +16,0%),

calo significativo per la sola componente femminile (-17,9%).

L’occupazione alle dipendenze registra un calo complessivo pari a quello dell’occupazione totale (-4,3%) in tutti i settori.

L’incremento tendenziale del tasso di disoccupazione è pari a 1,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, peggiore rispetto al corrispondente incremento nazionale (+0,8%). Così pure il tasso di occupazione diminuisce di 2,1%,

raggiungendo quota 59,2%, calo più significativo rispetto a quello nazionale (-0,4%).

Il tasso di attività ligure – in calo – è in controtendenza rispetto alla variazione nazionale (-1,5% contro +0,1%).

Rispetto al corrispondente periodo 2013, nel II trimestre 2014 la forza lavoro diminuisce di 0,8% per effetto del calo degli occupati (-1%) e un aumento delle persone in cerca di occupazione (+1,4%).

Per quanto riguarda i tassi di riferimento si evidenzia un nuovo incremento tendenziale del tasso di disoccupazione (+0,2%) e un leggero aumento del tasso di occupazione (+0,2%) raggiungendo quota 60,6%. Le variazioni rilevate mostrano una dinamica migliore rispetto al panorama nazionale e al Nord Ovest.

La variazione del tasso di attività ligure – positiva – è superiore rispetto alla variazione nazionale (+0,4% contro +0,3%), ma pari alla variazione dell’area Nord Ovest.

Rispetto al corrispondente periodo 2013, nel III trimestre 2014 la forza lavoro registra un aumento di 2%; in particolare si segnala un incremento degli occupati (+0,7%) ed un aumento delle persone in cerca di occupazione (+15,8%).

Il tasso di occupazione aumenta di 0,9%, percentuale migliore rispetto al panorama nazionale ed anche rispetto al Nord Ovest, dove il tasso di occupazione aumenta, ma con variazioni più contenute, (+0,4% naz; +0,2% N.O.).

Si registra un nuovo incremento tendenziale del tasso di disoccupazione (+1,2%) superiore del nazionale (+0,5%), la variazione del tasso di attività ligure – positiva (+1,9%) – è superiore rispetto al nazionale (+0,8%) e rispetto al Nord Ovest (+0,6%).

Rispetto al corrispondente periodo 2013, nel IV trimestre la forza lavoro registra una crescita di 2,8%, in conseguenza dell’incremento degli occupati (+1,3%), soprattutto nell’industria (+1,9% – in particolare +24,1% costruzioni) e nei servizi in genere (+1,5%), e dell’aumento delle persone in cerca di occupazione (+16,2%), soprattutto di genere maschile; l’aumento di queste ultime è legato alla crescita delle persone disoccupate con precedenti esperienze lavorative (+21,6%).

In aumento i tassi di riferimento: tasso di disoccupazione (+1,3%), tasso di occupazione (+1,1%), tasso di attività (+2,2%). Le variazioni sono superiori a quanto registrato nelle aree di riferimento (Nord Ovest e Italia).

Economia

Nel 2014  il saldo tra imprese iscritte e cessate resta di segno negativo, seppur ridimensionato rispetto al 2013 che aveva registrato il dato peggiore degli ultimi 6 anni. Il tessuto imprenditoriale ligure perde, di fatto, altre 900 imprese.

A livello provinciale Imperia è la provincia maggiormente penalizzata, -455, seguita da Savona (-176), Genova (-151) e La Spezia (-124).

I settori che hanno registrato il saldo negativo più consistente sono il Commercio con 937 imprese in meno, l’Agricoltura con 494 imprese in meno, il Turismo con 481 unità in meno e le Costruzioni con 334 imprese in meno.

Anche per l’artigianato il saldo tra imprese iscritte e cessate è negativo, ma migliore rispetto all’anno scorso, -523 unità, grazie ad una lieve crescita delle iscrizioni (+0,8%) e una riduzione (-22,6%) delle cancellazioni.

Fonte: Infocamere

La provincia di Genova registra il saldo negativo più consistente, -176 imprese, seguita da Savona (-151 unità), La Spezia (-116) e infine Imperia con 80 imprese in meno.

Rispetto al 2013 scende da 25% a 23% l’incidenza dell’impresa femminile sul totale delle imprese, concentrata soprattutto nel Commercio. Turismo e Agricoltura.

Confermato il saldo attivo delle imprese giovanili liguri (+1.512 imprese), con Genova in testa con 801 imprese in più, soprattutto nei settori Costruzioni, Commercio e attività turistiche.

In ulteriore espansione la quota di imprese straniere, che nel 2014 raggiunge il 12,2% sul totale delle imprese: forte presenza nell’ Edilizia e nel Commercio.

le imprese, i lavoratori autonomi, il lavoro occasionale e accessorio

Nel 2014 i dati relativi al settore privato evidenziano che il prolungarsi della crisi ha avuto effetti significativi sia relativamente al lavoro dipendente sia relativamente al lavoro autonomo.

In particolare il numero di aziende attive liguri, ovvero delle aziende con almeno un lavoratore dipendente, ha avuto un calo dell’1,22%, passando da 46.217 aziende nel 2013 a 45.655 aziende nel 2014. Le aree nelle quali la crisi ha avuto maggiore peso in percentuale fanno riferimento alle Sedi di Savona (- 2,65 % ) e Sestri Levante (-2,83% ).

Fonte: INPS

Le percentuali  relative alla diminuzione di soggetti attivi nel lavoro autonomo sono simili a quelle relative alle aziende con dipendenti.

Gli artigiani sono passati da 59.935 soggetti attivi nel 2013 a 59.018 soggetti attivi nel 2014 con una diminuzione del 1,53%; le province in cui la variazione è stata maggiore sono Savona (-2,13%) e Imperia (- 2,24%).

La variazione dei soggetti attivi è stata più contenuta per i commercianti: nel 2013 sul territorio ligure erano presenti n. 77.274 commercianti e nel 2014 n. 76.586, con una diminuzione del 0,89%. Il calo maggiore si è registrato nell’area di Sestri Ponente (-3,00 %) e di Sestri Levante (- 1,89 % ).

Non può dirsi altrettanto di altra categoria di lavoratori autonomi, quella dei liberi professionisti iscritti alla Gestione separata. Dall’elaborazione dei dati risulta che il calo medio nella regione Liguria è di oltre il 24% con punta massima a La Spezia del 29%.

Nel corso degli anni ha avuto un peso sempre crescente l’area della Gestione Separata, con particolare riferimento ai lavoratori parasubordinati,  ma nel 2014 ha cominciato ad evidenziarsi una tendenza diversa.

La contrazione dell’area coperta dal lavoro la cui contribuzione viene versata nella Gestione Separata rappresenta un indicatore della pesantezza ed incisività della crisi economica, prolungatasi dal 2008 in poi. Occorre infatti prendere atto che la crisi ha determinato  una riduzione dell’utilizzo di forme di lavoro che, in precedenza, erano state impiegate anche in presenza di condizioni economiche generali tutt’altro che favorevoli

Il numero totale di committenti, ovvero di soggetti aventi almeno un collaboratore iscritto alla Gestione Separata, è passato da 12.343 nel 2013 a 11.620 nel 2014.  I relativi collaboratori in Liguria sono passati da 34.709 nel 2013 a 32.067 nel 2014.

Esaminando i dati dei lavoratori inquadrati in ambito Gestione separata, in particolare i c.d. parasubordinati, negli anni 2013 e 2014 emerge a livello macro un calo generalizzato dei committenti, con una media regionale del 6,22%  e punte di oltre l’8% nei due estremi di ponente (Imperia) e levante (La Spezia).

Al calo dei committenti ha fatto seguito un calo medio  dei collaboratori (8,24% su base regionale) con punte di oltre il 12% a Sestri Ponente ed Imperia.

Si rileva, in particolare, come a Sestri Ponente il calo dei collaboratori sia quasi  triplo rispetto al calo dei committenti.

Se paragonato ad altre realtà lavorative  (aziende con dipendenti),  si rileva quindi che il calo medio dei datori di lavoro rientranti nella  parasubordinazione  è stato molto più sensibile (6,22%) rispetto al calo medio dei datori di lavoro tradizionali (1,22%).

In entrambi gli anni si nota come le lavoratrici donne inquadrate nell’intero ambito della Gestione separata parasubordinati siano circa i 2/3 dei lavoratori uomini mentre, se si focalizza l’attenzione sulla tipologia del lavoro a progetto, che coinvolge ben oltre il 34% dei lavoratori parasubordinati, emerge che le lavoratrici femmine sono addirittura numericamente superiori (di poco) rispetto ai lavoratori maschi.

In questa tipologia di lavoro si pone in rilievo la significativa differenza di retribuzione media tra i due sessi (per entrambi gli anni): la retribuzione media annua pro capite maschile nel 2014 era 2,6 volte quella media annua pro capite femminile. Nel 2013 tale rapporto era 2,8 volte.

Un’altra tipologia di rapporto di lavoro maggiormente retribuita,  che incide oltre il 38% dei lavoratori parasubordinati, è la figura degli amministratori di società/associazione, inclusi quelli che al contempo sono anche rappresentanti legali.  In tale ambito si rileva che la retribuzione media annua pro capite varia dal doppio a quasi il quadruplo di un lavoratore a progetto.

In tale contesto, che vede maggiori retribuzioni, il numero dei lavoratori maschi è 3,1 volte le lavoratrici femmine ed il differenziale retributivo, pur sempre a vantaggio del sesso maschile, è di 1,4 volte.

In ultimo si notano i rapporti di lavoro che coinvolgono i dottorati di ricerca/assegno/borsa di studio  ed i  medici in formazione specialistica. Pur se non  numericamente rilevanti – rappresentano poco più dell’ 8% dei lavoratori parasubordinati – essi ci consegnano un quadro molto diverso dal precedente. Il numero delle donne che svolgono tale tipologia lavorativa, per gli anni 2013 e 2014, è  numericamente superiore rispetto ai lavoratori uomini, con particolare riguardo ai medici in formazione specialistica in cui il rapporto maschi/femmine,  addirittura,  è  capovolto: 2 donne per ogni uomo nel 2013 e circa 2,1 nel 2014. Anche esaminando la sfera retributiva, emerge una leggera superiorità delle retribuzioni femminili rispetto a quelle maschili. Leggermente diversa è la situazione tra i “dottorati di ricerca” in cui le retribuzioni sono un po’ più  basse dei colleghi maschi.

Il perdurare della crisi economica ha portato ad una decisa riduzione del numero dei lavoratori dipendenti (-2,60%), in modo particolare nel ponente ligure, con un picco per l’area di competenza dell’Agenzia di Sestri Ponente (-7,45%).

La situazione è critica anche per i lavoratori agricoli autonomi, si rileva infatti una riduzione dei coltivatori diretti pari al 2,54%, con una incidenza del 3,13% nella provincia di Imperia.

Sostanzialmente invariato è il numero dei lavoratori agricoli dipendenti, anche se dovuto ad una diversa distribuzione sul territorio del numero dei lavoratori.

I VOUCHER

Nel corso degli ultimi anni il lavoro occasionale accessorio ha avuto uno sviluppo sempre crescente; in Liguria sono stati acquistati circa 2 milioni di voucher ( valore singolo di ogni voucher 10 euro ) a fronte di circa 100 milioni di voucher su tutto il territorio nazionale.

La provincia che maggiormente utilizza i voucher è Genova (1.201.998), seguita da Savona ( 442.630); la Liguria incide per il 3,05% sul numero di voucher venduti sul territorio nazionale. I settori che prevalentemente ricorrono a questo strumento di impiego sono il settore dei Servizi, seguito dai Lavori domestici e dal Turismo.

Per la riscossione dei voucher i Liguri preferiscono rivolgersi ai tabacchini (64,06%)o agli Uffici Postali (14,33%).

L’Inps e le categorie sociali

Gestione dipendenti pubblici: Le pensioni vigenti

Gestione privata: Le pensioni vigenti

Le pensioni vigenti per l’anno 2014 sono diminuite dell’1,55% rispetto all’anno 2013 mentre l’importo mensile è aumentato dello 0,55% rispetto all’anno 2013. Il trend negativo nel numero delle pensioni vigenti è ormai costante dall’anno 2010 e lo scostamento rispetto all’anno precedente  è particolarmente elevato dall’anno 2012 in poi e cioè dall’entrata in vigore della legge 214/2011 che ha riformato il sistema pensionistico. Per quanto riguarda l’importo in pagamento,  l’aumento rispetto all’anno 2013 è stato minimo ed è dovuto anche all’applicazione dell’art.12 del disegno di legge di stabilità 1120 /2013.

Le pensioni di anzianità erogate agli uomini sono diminuite nel corso dell’anno 2014 dell’ 1,14% mentre quelle erogate alle donne sono aumentate del 3,96% pur restando un numero notevolmente inferiore. Nel corso dell’anno 2014 si è verificato in Liguria un ulteriore aumento delle pensioni liquidate con il metodo contributivo   nel regime sperimentale donne.

Il regime sperimentale permette alle donne,  fino al 31 dicembre 2015, di accedere al pensionamento anticipato con la liquidazione con metodo contributivo purché in possesso di un’anzianità contributiva di 35 anni e un’età anagrafica di 57 anni e 3 mesi per le lavoratrici dipendenti e 58 anni e 3 mesi per le lavoratrici autonome.

Le pensioni di vecchiaia continuano invece il trend negativo con una diminuzione del 2,51% rispetto all’anno 2013.

L’importo medio mensile più elevato è quello erogato agli uomini e la differenza maggiore si registra nelle pensioni sia di anzianità che di vecchiaia erogate dal fondo pensione lavoratori dipendenti. In particolare si nota che le pensioni di vecchiaia erogate alle donne nel fondo pensione lavoratori dipendenti è quasi pari al 50% di quanto erogato agli uomini.

Le pensioni erogate nel fondo pensioni lavoratori dipendenti sono la maggioranza essendo pari al 66,79% del totale.  L’importo medio mensile è pari a € 1.115,27 per le pensioni del fondo lavoratori dipendenti, seguito da quello delle pensioni erogate dalla cassa autonoma degli artigiani per un valore pari ad € 814,95. L’importo medio mensile è aumentato in misura molto ridotta rispetto  all’anno 2013, passando da  € 963 ad € 969,92.

Nel corso dell’anno 2014 la percentuale maggiore  di pensioni di vecchiaia,  anticipata e invalidità, è stata liquidata agli uomini. Per quanto riguarda le pensioni ai superstiti l’83,46% è stato liquidato alle donne.

Nel caso delle prestazioni assistenziali, pur essendo più numerose le prestazioni erogate alle donne, si nota un incremento nelle liquidazioni agli uomini arrivando a circa il 50% nell’erogazione degli assegni sociali.

Il numero complessivo  delle pensioni liquidate nel corso dell’anno 2014 è  diminuito  dell’11,95% rispetto al numero delle pensioni liquidate nell’anno 2013.  La diminuzione è notevole sia nel fondo pensioni lavoratori dipendenti che nelle gestione autonome degli artigiani, commercianti e coltivatori diretti. L’unico caso in cui c’è stato un aumento di pensioni liquidate, pari al 1,80%, è il caso della gestione separata.

Le pensioni vigenti nella gestione separata sono 11.190 e di queste il 71% è stato liquidato agli uomini. L’importo medio mensile è ancora molto basso ed è pari ad €. 141,94.

Salvaguardie

Relativamente alla questione dei lavoratori salvaguardati, con la tabella di monitoraggio si offre una completa informazione relativamente a tutte le tipologie di salvaguardia.

E’ possibile visualizzare i numeri aggiornati dei lavoratori coinvolti, ampliati fino alla 6° salvaguardia.

L’invalidità civile

Prestazioni vigenti in Liguria nel 2014

Le prestazioni agli invalidi civili sono aumentate nel corso dell’anno 2014 dello 0,15% con una diminuzione però dello 0,85% nel numero delle prestazioni erogate alle donne.

Il numero più elevato di pensioni erogate si colloca nella fascia di età che va dai 40 ai 59 anni, mentre il numero di indennità erogate si colloca nella fascia di età che va dagli 80 anni in avanti.

Tra le prestazioni erogate il maggior numero si concentra nelle prestazioni degli invalidi civili totali e in particolar modo negli assegni di accompagnamento che rappresentano circa il 62% di tutte le prestazioni assistenziali erogate. Il maggior numero delle prestazioni vigenti si concentra nell’area genovese.

PRESTAZIONI LIQUIDATE IN LIGURIA NEL 2014

Il 60% circa  delle prestazioni liquidate nel corso dell’anno 2014 è a favore delle donne.

Le prestazioni a sostegno al reddito

Anche l’anno 2014 è stato, per la Regione Liguria, un anno di pesante crisi economica.

Infatti  le domande di prestazioni in Liguria nel  2014 sono scese dell’ 11,62% rispetto all’anno precedente, ma a livello nazionale il decremento  è stato del 16,73%.

La nostra Regione quindi, rispetto al resto del paese, ha registrato una diminuzione delle domande in misura minore rispetto al resto del territorio italiano, sintomo di grande difficoltà di ripresa, dovuta anche all’impoverimento del tessuto industriale diffuso, infatti risultano in discesa sia le aziende registrate presso le Camere di commercio sia quelle attive.

Nell’anno 2014, hanno avuto piena attuazione i nuovi istituti di tutela dei lavoratori in stato di disoccupazione previsti dalla legge 92/12, Aspi e miniAspi, mentre già si sono delineati i contenuti della riforma  collegata al “Job’s act”  che entreranno a pieno regime nel corso della seconda metà del 2015.

Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste per sesso e fasce di età, l’andamento è simile rispetto a quello del 2013; le fasce di età più colpite sono quelle comprese tra i 30 e i 49 anni di età.

Anche la distinzione per sesso ricalca l’andamento dell’anno precedente: nella fascia di età dai 15 ai 29 anni sono più numerose le richieste di sussidi presentate da donne, nella fascia immediatamente successiva sono più numerose le domande presentate  da  uomini, ma la differenza si attenua con il crescere dell’età fino ad annullarsi per le fasce dai 50 anni in su.

Distribuzione Territoriale per Sesso e Fascia d’età

La provincia di Genova ha il maggior numero di istanze di sostegno al reddito, con una percentuale sul totale pari al 43%.

Ammortizzatori sociali in deroga

La legge di riforma  92/2012, ancora fino al 2016, assicura, attraverso la delega del ministero del lavoro alle regioni, l’ erogazione territoriale degli ammortizzatori in deroga  per specifici finanziamenti annuali.

L’ incertezza sui finanziamenti – perdurato fino ad agosto 2014 – ha reso particolarmente difficile la gestione della Cassa in deroga, per risolvere le problematiche la direzione regionale INPS con  Regione Liguria e parti sociali ha realizzato dei tavoli di lavoro, sia per la predisposizione di accordi di proroga nelle more della corresponsione delle diverse tranche dei finanziamenti, sia soprattutto, dopo l’entrata a regime del decreto ministeriale 83473 del 1/8/2014 e degli atti dispositivi collegati, per la sigla del nuovo accordo regionale ricettizio delle nuove regole omogenee a livello nazionale in materia di ammortizzatori in deroga, avvenuto il 22/9/2014.

L’Istituto non ha mai fatto mancare il sostegno tecnico all’area competente di Regione Liguria, fornendo periodicamente tutti i database mensili relativi ai percettori di mobilità.

Le direzioni provinciali e le agenzie sul territorio hanno costantemente garantito la massima attenzione ai lavoratori in attesa  di ricevere  prestazioni, hanno altresì assicurato la massima celerità nei versamenti relativamente alle disponibilità e alla tempistica dei finanziamenti statali.

Oltre alle problematiche di carattere generale si evidenzia come i fatti alluvionali dell’ottobre 2014 abbiano comportato la necessità di ulteriori sinergie al fine della stipula di specifici accordi a favore delle aziende danneggiate, soprattutto in funzione di garanzia per la copertura di cassa integrazione in deroga a pagamento diretto  ai lavoratori dipendenti.

La cassa integrazione – ore autorizzate nel 2014

I dati sopra riportati si riferiscono ai risultati dell’azione di controllo svolta dai funzionari di vigilanza dell’INPS in Liguria nel corso dell’anno 2014.

Sono stati effettuati 2.970 accessi ispettivi per un totale di importi complessivamente accertati, pari a euro 13.413.884. I risultati più consistenti sono stati realizzati nell’ambito delle aziende con dipendenti e in quello dei lavoratori autonomi (v. tabelle seguenti).

Si evidenzia come l’anno 2014 è stato caratterizzato da risultati positivi sia per le somme accertate che per il numero di lavoratori in nero e irregolari. Nella tabella seguente sono messi a confronto i risultati riferiti all’ultimo triennio per  volume di accertato conseguito e  numero di lavoratori in nero ed irregolari.

Nonostante il minor numero di accessi ispettivi effettuati nel 2014 rispetto all’anno 2012 (-5,26%), si registra sia un incremento delle somme accertate pari al 30,15%, sia un significativo aumento della rilevazione di lavoratori irregolari (+138,40%).

Tale risultato scaturisce da un’azione accertativa che ha privilegiato il carattere qualitativo degli interventi rispetto a quello quantitativo assicurando di fatto, per il tramite di una programmazione incentrata su iniziative mirate, la significativa evidenza dei risultati conseguiti. Il numero dei lavoratori in nero invece diminuisce, passando da nr. 686 del 2012 a nr. 415 del 2014 (- 39,5%) confermando un trend in linea con i dati nazionali.

Tutti i dati di produzione inseriti in questo documento di Bilancio sociale sono estrapolati dall’Osservatorio statistico dell’Inps dalla procedura DatawareHouse .

I dati relativi al Contesto socio-economico, contenuti nel capitolo “La relazione sociale”

Sono stati estratti da elaborazioni: Eurostat, Istat e Infocamere.