Alla frontiera i “granchi d’argento” pregano con l’Imam arrivato da Nizza

17 giugno 2015 | 21:08
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Alla frontiera i “granchi d’argento” pregano con l’Imam arrivato da Nizza
Alla frontiera i “granchi d’argento” pregano con l’Imam arrivato da Nizza
Alla frontiera i “granchi d’argento” pregano con l’Imam arrivato da Nizza
Alla frontiera i “granchi d’argento” pregano con l’Imam arrivato da Nizza
Alla frontiera i “granchi d’argento” pregano con l’Imam arrivato da Nizza
Alla frontiera i “granchi d’argento” pregano con l’Imam arrivato da Nizza

Ventimiglia. Cala la sera al valico di confine di Ventimiglia. Stanchi, col volto stravolto da giorni di snervante attesa è la preghiera con l’Imam arrivato da Nizza Samy Boubakri a sollevare quei migranti dalle anime perse che da giorni vagano lungo la scogliera della frontiera a pochi passi da Mentone.

Come tanti “granchi d’argento” i profughi che da una settimana sono qui al valico ora iniziano a pregare. E’ l’inizio del Ramadan, del digiuno, ma anche della speranza: ci sono più o meno 100 passi per superare la frontiera, ma un cordone della polizia d’oltralpe è pronto a cacciare tutti indietro, anche i giornalisti che vorrebbero fare solo il loro lavoro e raccontare questo dramma.

“Forse pregando il Corano ci aiuterà a superare il confine e a raggiungere i nostri parenti – dice Jamal, un giovane eritreo arrivato con altri compagni dopo un lungo viaggio – Non chiediamo nulla di più”. Hanno steso tappeti e rivolti verso la Mecca hanno preso in mano il Corano e iniziato a pregare.

Un momento per molti di loro “solenne” perché la presenza dell’Imam di Nizza li conforta. Molti di loro non aprono bocca da giorni e riescono solo a piangere dopo aver navigato tra mare in tempesta e scafisti che li hanno picchiati per infilarli come tante sardine in quei barconi dagli scafi precari.

Samy Boubakri ha deciso di lasciare Nizza e sta seguendo con apprensione quello che sta succedendo in questi giorni a Ventimiglia. “Sono qui al confine per portare un po’ di serenità e un po’ di sostegno – dice –  Sono venuto qui per dare tutto il mio supporto e distribuire ai migranti il Corano. Sono esseri umani, hanno il diritto di farsi una vita e quindi di avere un tetto sopra la testa. Faccio un appello alla calma: in questa situazione difficile l’attività della polizia e dei volontari è encomiabile. Ho la pelle d’oca perché quando ero piccolo mi hanno sempre parlato di solidarietà e invece oggi lo vediamo tutti non c’è alcun aiuto umanitario. Una situazione che non è normale. Va trovata una soluzione, perché questa gente non sa come ripararsi. Tutto questo è sconvolgente “.