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Ora et labora, la vita “in ritiro” dei monaci di Villa Talla nel Val Prino

31 maggio 2015 | 09:10
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Ora et labora, la vita “in ritiro” dei monaci di Villa Talla nel Val Prino
Ora et labora, la vita “in ritiro” dei monaci di Villa Talla nel Val Prino
Ora et labora, la vita “in ritiro” dei monaci di Villa Talla nel Val Prino
Ora et labora, la vita “in ritiro” dei monaci di Villa Talla nel Val Prino
Ora et labora, la vita “in ritiro” dei monaci di Villa Talla nel Val Prino
Ora et labora, la vita “in ritiro” dei monaci di Villa Talla nel Val Prino

Padre Jehan è già riuscito a ricavare un orto che sta dando i suoi frutti quotidiani in termini di sussistenza alimentare

Imperia.  “Ora et labora” (prega e lavora) 1500 anni dopo San Benedetto. Vivono ancora così, a Villa Talla, in alta Val Prino, i monaci benedettini che si sono insediati in una vecchia casa canonica del paese, ritirandosi in preghiera ma cercando in tutti i modi di rendersi utili al prossimo, alla gente del borgo e della vallata.

«La nostra è una piccola comunità ma anche e prima di tutto un apostolato che potrebbe testimoniare dell’assoluto e della maestà di Dio nel nostro mondo materialista – spiega padre Jehan De Belleville, che del minuscolo monastero fa da rettore – Il fondatore del nostro ordine (i Benedettini dell’Immacolata provengono dalla comunità monastica dell’Abbazia di Le Barroux, celebre perché segue strettamente e rigidamente la regola di San Benedetto e officia unicamente nel rito in lingua latina (il rito straordinario ripristinato da Benedetto XVI, ndr) – siamo arrivati qui a Villa Talla nel 2008. La nostra è esclusivamente un’avventura interiore, il cui unico movente è la sete. La sete di assoluto. La sete di un altro mondo, di verità e di bellezza, che la liturgia ravviva a punto di orientare lo sguardo verso le cose eterne».

«I monasteri – prosegue padre Jehan – sono dita silenziose levate verso il cielo, il richiamo ostinato, inesorabile, che esiste un altro mondo, di cui quello terreno è solo l’immagine, che l’annuncia e lo prefigura».

Il Monastero Santa Caterina da Siena di Villa Talla ha anche ricevuto il decreto vescovile. Padre Jehan, insieme ai suoi monaci, è già riuscito – da vecchi terreni incolti – a ricavare un orto che con cura certosina sta dando i suoi frutti quotidiani in termini di sussistenza alimentare. «Abbiamo la gioia di cogliere insalate, ravanelli, piselli – racconta padre Jehan – ma anche pomodori e patate, melanzane, cipolle, zucche e carote».