Per interrompere la definitiva caduta nel baratro il primo atto è “staccare la spina”, in altri termini, creare condizioni di silenzio.
L’uomo della civiltà mediatica è assalito da una colluvie di messaggi, notizie, suoni nonché frastuoni, al punto che il silenzio per molti diventa insopportabile.
E’ una semplice constatazione e una spiegazione dei limiti della nostra società fracassona, quali la superficialità, l’irrazionalità, le pulsioni emotive che determinano gli indirizzi di vita di tanta gente. La cronaca quotidiana è sempre ricca di fattacci provocati da istintività incontrollate, che un’irresponsabile gara per la concorrenza da parte dei mass media con la ricerca e l’insistita descrizione di particolari voyeuristici, diventa un’allettante opportunità per soddisfare morbose curiosità mentre comprime gli spazi per un giudizio illuminato da ragione e coscienza.
Tutto questo porta a considerare episodi tragici alla stregua di uno spettacolo, sia pur brutale, atto soltanto a provocare emozioni e recriminazioni, immediatamente rimossi a causa di un perpetuo avvicendarsi di altri fatti, il cui ritmo si percepisce come normalità scontata.
Il sottile pericolo e la deriva irrazionale e amorale sono state avvertite dal sociologo canadese Herbert Marshall McLuhan (1911 – 1980) che afferma: “ È soltanto la visione critica che può mitigare il processo non ostacolato dell’automatismo”. McLuhan aggiunge ancora: “Il cambiamento dei costumi mentali è un processo impersonale irresponsabile ed inconscio che rende privi di difese sia l’individuo sia la massa”.
Per interrompere la definitiva caduta nel baratro il primo atto (facciamo riferimento all’immagine usata dal mass-mediologo canadese) è “staccare la spina”, in altri termini, creare condizioni di silenzio. Silenzio per ascoltare, pensare, ragionare, amare, gustare, creare, cioè per essere se stessi in un contesto di autentiche relazioni umane, basilari per trasformare il mondo, la società e proiettarli verso un futuro migliore. Inoltre si tenga presente che nel silenzio Dio parla al cuore dell’uomo e lo rende capace di annunciare la gioia del Vangelo.
(di Don Giacomo Simonetti)