Il culto mariano è fortemente radicato nella coscienza e nella vita del popolo cristiano
Nonostante l’evolversi dei tempi e l’affermarsi di mentalità che portano la società ad assumere comportamenti e scelte talora alternative rispetto al passato, nel mondo cristiano continua ad essere attuale e presente la devozione alla Madonna, in particolare nel mese di maggio, definito il mese mariano.
Diverse sono le motivazioni che concorrono a sostenere l’atteggiamento devoto dei fedeli nei confronti della Vergine. “Senza la Madonna noi non potremmo essere sicuri del futuro, perché la sicurezza del futuro ci viene da Cristo: il Mistero di Dio che si fa uomo.
Non sarebbe potuto accadere questo, non si sarebbe potuto neanche ridire, se non avessimo avuto la Madonna” riconosce Mons. Luigi Giussani interpretando l’animo e i sentimenti profondi della comunità cristiana, che invoca Maria come Madre premurosa e amorevole, prescelta dal Signore per la realizzazione del suo progetto di salvezza per l’umanità.
E Sant’Agostino ricorda: “Maria Santissima è veramente la mistica scala per la quale è disceso il Figlio di Dio sulla terra e per cui salgono gli uomini al cielo”. E’ evidente allora che il culto mariano è fortemente radicato nella coscienza e nella vita del popolo cristiano, per cui non corrisponde al vero ed è un pregiudizio ritenere la devozione alla Vergine una manifestazione di vago ed estemporaneo sentimentalismo, che suggestiona anime ingenue con il far leva sulla loro irrazionale credulità.
Questo legame è talmente forte e inscindibile, che Papa Giovanni Paolo I dice: “È impossibile concepire la nostra vita, la vita della Chiesa, senza il rosario, le feste mariane, i santuari mariani e le immagini della Madonna”.
Il vero devoto non può limitarsi ad invocare e a pregare, ma sente il bisogno di seguire Maria come modello di vita buona. Ne è esempio il grande campione Gino Bartali che ha reso questa testimonianza: “Alla Madonna ho promesso che avrei fatto le cose per bene, perché tutto quello che faccio, lo faccio a nome suo. E così lei è stata attenta a non farmi sbagliare”.
(di Don Giacomo Simonetti)