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L’indifferenza e l’accettazione remissiva sradica dai cuori ogni speranza e coraggio

30 maggio 2015 | 10:58
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L’indifferenza e l’accettazione remissiva sradica dai cuori ogni speranza e coraggio

Il senso della frustrazione, della inutilità, della rassegnazione è un veleno potente che produce l’effetto della paralisi e della soppressione della volontà di lottare

Il grande Sant’Agostino ricorda una verità che ancora oggi mantiene intatta la sua validità: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle”. Al contrario si deve constatare come l’indifferenza e l’accettazione remissiva delle situazioni ingiuste, sradica dai cuori ogni speranza e coraggio di impegno.

Lo si ritiene inutile stante il diffuso pessimismo, che di fatto impedisce anche il solo pensiero di avviare la ricerca di un possibile ed efficace intervento per cambiare tali situazioni, per cui viene eliminata radicalmente ogni prospettiva di speranza.

Il senso della frustrazione, della inutilità, della rassegnazione è un veleno potente che produce l’effetto della paralisi e della soppressione della volontà di lottare, di impegnarsi, in quanto non permette di vedere un barlume di speranza di cambiamento delle condizioni di vita, mentre si avverte la percezione di un ineluttabile progressivo deterioramento.

Divincolarsi da questo amplesso mortale non è impresa facile senza l’aiuto e il conforto del Signore. Osserva Elia Citterio: “Se Salomone prega per ottenere la sapienza, vuol dire che la sapienza non è una conquista umana. La sapienza viene dall’alto, procede da una rivelazione accolta come partecipazione alla vita di Dio e diventa energia di vita, radice di comportamento” (I segreti del Regno).

E’ una considerazione che non si deve sottovalutare, perché indica nella sapienza, quella che ha il suo riferimento a Dio, una chiave di lettura, libera dal tarlo del pessimismo, della realtà mondana nella quale si rilevano anche segni di una possibile prospettiva di sviluppi positivi.

Primo tra questi una salutare spinta alla volontà per un deciso impegno, che nessuna difficoltà può fermare, perché: “Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio”. Questa è la testimonianza e l’insegnamento di Papa Francesco.

(di Don Giacomo Simonetti)