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Io Credo in Dio … – Credo nella Santa Chiesa Cattolica

18 maggio 2015 | 09:13
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Io Credo in Dio … – Credo nella Santa Chiesa Cattolica

Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra, il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa

CREDERE LA CHIESA “Santa” e “Cattolica”, “Una” e “Apostolica” (come aggiunge il Simbolo di Nicea-Costantinopoli) è inseparabile dalla fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. (CCC 748-780)

TANTE IMMAGINI indicano questa strettissima unione. La Chiesa è il gregge di un Pastore buono che “ha dato la vita per le sue pecore”  [Gv 10,11-15 ]. È la vigna scelta piantata dal celeste Agricoltore che dà vita e fecondità ai tralci, cioè a noi, se per mezzo della Chiesa rimaniamo in lui, visto che senza di lui nulla possiamo fare [Gv 15,1-5 ]. È “la dimora di Dio con gli uomini” (Ap 21,3) nella quale abita la sua famiglia. È la sposa che si è ornata per il suo sposo” (Ap 21,1-2), “per la quale ha dato se stesso, al fine di renderla santa” e che incessantemente “nutre e cura”(Ef 5,25-29).

Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra, il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa.

Lo Spirito, con i suoi sette sacramenti, con i suoi doni gerarchici e carismatici, col suo genio mariano e petrino, vuole renderci tutti attivi e contemplativi, nel mondo ma non del mondo, pellegrini sempre ammaliati dal profumo della Buona Terra verso cui tendiamo, e per questo sempre pronti a ripartire dopo ogni potatura: un “già” che pregustiamo nella gioia dell’unità e un “non ancora” che constatiamo nei nostri fallimenti, personali e planetari.

Infatti lo Spirito vuole santificare la Chiesa non perché “immacolata”, ma perché sempre pronta a tornare al suo Sposo, disposta sempre a corrispondere col dono dell’amore ai suoi immensi e costanti doni.

QUAL È IL DISEGNO SULLA CHIESA NATO NEL CUORE DEL PADRE? Certamente un disegno di salvezza, di sapienza e di bontà: la reazione di Dio di fronte al caos provocato dal peccato. Le sue stesse vicissitudini dolorose, dalla caduta degli Angeli e dal peccato di Adamo fino alla follia del presente, sono permesse da Dio in quanto mezzo per dispiegare tutta la potenza del suo braccio, tutta l’immensità d’amore che vuole donare al mondo, e che alla fine vincerà.

Come si fa allora ad essere Chiesa sotto questo cielo cupo e tempestoso? Direbbe Papa Francesco con la sua semplicità, disarmante perché illuminata: amarci fra noi come Cristo ama la Chiesa. Una gioia che, come aggiungerebbe il Sommo Poeta, “’ntender no la può chi no la prova”.