Inchiesta su Filippo Dollfus, indagato Bellavista Caltagirone
Imperia. C’è un filone d’inchiesta tutto imperiese riguardante il barone Filippo Dollfus De Volckesberg. Lo scrive oggi il quotidiano La Stampa.
Il finanziere svizzero con partecipazioni nella Corner Banca di Locarno, grande riciclatore di denaro «sospetto» che mandava denaro nei paradisi fiscali per conto di clienti facoltosi, è stato arrestato di recente su input della Procura di Milano dagli agenti della Finanza di Busto Arsizio diretti dal capitano Stefania Quarta. A Imperia Dollfus è indagato per ricettazione: un’indagine nata dalle perquisizioni fatte dai finanzieri della Compagnia a Roma, nelle sedi di Acquamarcia durante l’inchiesta sui fatti del porto turistico d’Imperia. Dollfus è sospettato di aver riciclato all’estero, tramite un dedalo di società fiduciarie, soldi affidatigli dal costruttore romano Francesco Bellavista Caltagirone, anch’egli inserito nel registro degli indagati con la stessa accusa: ricettazione (perchè è dubbia la provenienza dei soldi). Il lavoro investigativo è coordinato dal pm Roberto Cavallone (nella foto).
Le Fiamme Gialle sono arrivate a individuare un consistente flusso di denaro, si parla di centinaia di milioni di euro provento di reato – almeno questa è l’ipotesi inquisitoria – che ha preso la direzione dei «tax heaven»: Montecarlo, Lussemburgo, Isola di Jersey, Cayman, Isole Vergini, Cipro, Malta. E’ stato complicatissimo per i finanzieri aprirsi la strada in una giungla di società rivelatesi scatole cinesi. Oltre a Dollfus e Caltagirone sono indagati anche Gabriele Bravi Tonossi, svizzero e commercialista della famiglia Caltagirone (fu arrestato nel 2013 in merito all’inchiesta sul lodo Imi-Sir che vedeva coinvolta l’ex moglie di Caltagirone Rita Rovelli, figlia del petroliere Angelo), e Delia Merlonghi, manager e braccio destro di Caltagirone, finita in tutte le inchieste che hanno visto protagonista il suo datore di lavoro, compreso il processo a Torino sul porto (ma ne è uscita assolta).
La Procura, grazie agli accertamenti dei detective della Finanza ha indagato anche altri due personaggi considerati una sorta di «spalloni», col compito di portare all’estero i soldi. In tutto gli indagati per ricettazione sono sei. Dollfus, attraverso la società svizzera Fiderservice Sa, oggi in liquidazione, e 28 società con base in paradisi fiscali si occupava della gestione all’estero di importanti flussi finanziari di oltre 420 clienti (tra i primi e più fidelizzati proprio Rita Rovelli e Francesco Caltagirone Bellavista), di oscura provenienza per il tramite di una galassia di veicoli offshore.
Con sofisticate tecniche di riciclaggio il denaro sarebbe transitato attraverso numerose scatole societarie e bancarie per nascondere le fonti. Non si esclude che i ricavi dalla vendita dei posti barca nel porto di Imperia, ma anche in quello di Civitavecchia, siano confluiti nelle «oasi» fiscali. E’ in Svizzera che si celano le chiavi per aprire tutte le porte investigative.
La Finanza di Imperia ha chiesto e ottenuto diverse rogatorie in Svizzera per conoscere i movimenti bancari di Dollfus. Commercialista finanziario, Dollfus è iscritto all’Albo dei fiduciari del Canton Ticino e operava a Lugano: già membro del gruppo Rifax (liquidata come la Mineral-Chemie di Zurigo), alla guida, fino al 2010, della Farmetal e della Sfa, Servizi fiduciari e amministrativi.