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Il Lazzareto di Niamey – La seconda parte

22 maggio 2015 | 09:29
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Il Lazzareto di Niamey – La seconda parte

Ecco la seconda parte di un “resoconto- testimonianza” di Padre Mauro, da anni missionario in Niger

Il Niger, Stato dell’Africa centro-occidentale, da qualche tempo è sulle pagine dei giornali vuoi per l’epidemia di meningite che sta interessando il paese vuoi per le proposte internazionali di farne un enorme centro di accoglienza per i candidati profughi di quella regione! E’ un territorio che vede il transito e la permeanza di migliaia di persone che fuggono dai loro paesi per tentare il passaggio in Europa. Ecco un “resoconto” da Padre Mauro , da anni missionario in Niger:

(… continua dalla scorsa settimana…)

Lazzareto era il nome del campo profughi che raccolse migliaia di Tuareg durante una lunga e mortale siccità. La gestione dello stesso era stata affidata ad agenzie religiose e umanitarie. Col tempo il luogo si era adattato all’estendersi delle periferie nella capitale del Paese.

L’arrivo di Ebola aveva costituito una rinnovata identità al campo. Per grazia ricevuta questa epidemia si era fermata alla frontiera col vicino Mali. Imponderabili giochi del destino o distrazione divina, fatto sta che il Niger era stato risparmiato dall’Ebola. C’era reticenza a dare la mano alle donne ma solo per il tipico pudore della società nigerina. Gli inviti a lavarsi spesso le mani erano disattesi per mancanza d’acqua potabile. Comunque l’epidemia aveva risparmiato i Lazzari.

Ma il Lazzareto era stato adibito nel caso fosse necessario. Ed è a questo punto che la meningite aveva saputo colmare il vuoto creatosi tra le tende. I Medici Senza Frontiera stavano anch’essi alla porta.

Lazzaro è colui che dio assiste quando può. Spesso le Agenzie Umanitarie lo precedono e allora sono guai seri. Finche arriva il Governo centrale della Sanità che si potrebbe paragonare per difetto a una ciurma di pirati. Assaltano laddove ci sono epidemie e programmi globali alla Bill Gates con Melinda da soprammobile.

Ci sono piani per tutte le malattie trasmissibili a parte la povertà che invece si custodisce e tramanda per generazioni. Se poi nascono epidemie incontrollate è tanta manna per gli agenti che di essa si arricchiscono.Qualcuno, di rado, finisce a Kollo, la prigione ‘politica’ di Niamey.

In genere non dura molto: la giustizia si stanca prima degli imputati. Poi tutto torna come prima e i pirati trovano altri mezzi di abbordaggio. Della meningite si sapeva. Persino i Lazzaro del circondario lo sospettavano da tempo. Le Agenzie no. I vaccini non ci sono, o se c’erano dormivano in alcune farmacie dai nomi provvidenziali che illuminano la notte.

Dosi a prezzi stracciati circolano nell’immaginario collettivo. Altre vengono spacciate al mercato nero o vendute in chioschi improvvisati con iniezione compresa. Le mascherine protettive sono facoltative e a Niamey le usano i motocilisti per non prendere il raffreddore. C’è chi giura che adesso i vaccini sono arrivati o sono in viaggio. Anche loro sono tra i migranti da controllare.
(Mauro Armanino, Niamey, Maggio 015)

(di Mimmo Marrara)