Il Cieco di Gerico – Continua la storia di Chiara Luce
Il Vescovo Maritano, commosso anche lui, dice: “È il frutto di una famiglia, di una comunità di cristiani e il risultato di un Movimento che vive d’amore scambievole e ha Gesù in mezzo”.
Sul computer vedo una sua foto: è a letto e una peluria le copre il cuoio capelluto, testimonianza della Chemio. Eppure i tratti del suo volto non sono di una ragazza morente, bensì di una ragazzina maturata in poco tempo.
Sorride. Proprio così: di un sorriso che tanti hanno amato. È con alcuni amici; un momento di unità, come lei li chiamava. Il Cielo era sceso tra di loro, sembra testimoniare quella serenità, quei due occhi grandi. Sono sinceri; sa che la medicina ha deposto le armi, ma dice “Se dovessi scegliere tra camminare e andare in Paradiso, sceglierei senza esitazione il secondo”.
Ecco Chiara Luce a 18 anni. È pronta alla meta, a raggiungere “Gesù abbandonato”, il suo Sposo. Vuole essere sepolta con un abito bianco e lo fa provare alla sua amica Chicca per vedere come le sta. E’ pronta allo sposalizio. Sorride. Riceve la Santa Comunione: è contenta. Dice alla mamma: “Ciao, sii felice perché io lo sono” e il 7 ottobre del 1990 parte per il Cielo.
Il Sindaco di Sassello proclama il lutto cittadino e tutti i negozi sono chiusi; Casa Badano diventa meta di una interminabile processione. Ma si racconta di un funerale definito una festa di nozze: ci sono lacrime copiose, ma non è solo tristezza: “ce l’ha fatta”, ora Chiara Luce vede Gesù.
Duemila persone al suo funerale e ci sono vere conversioni nella vita. Esse sono avvenute e testimoniate, anche molto radicali. Il Vescovo Maritano, commosso anche lui, dice: “È il frutto di una famiglia, di una comunità di cristiani e il risultato di un Movimento che vive d’amore scambievole e ha Gesù in mezzo”.
Preghiamo perché tutti noi incontriamo Dio così come Chiara lo ha conosciuto e testimoniato come Amore.
(di Henricus Otten)