spazio giovani |
Altre News
/

Giovani chi cercate? – Vieni Santo Spirito…

20 maggio 2015 | 09:25
Share0
Giovani chi cercate? – Vieni Santo Spirito…

Ma se chiedessi a voi cosa è l’amore, che risposta potrei avere? Sarei davvero felice se i miei lettori potessero rispondere.

Vieni, Santo Spirito,
riempi il cuore dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.

Ci sono parole abusate, cioè usate troppo e spesso a sproposito, mentre altre rischiano di essere dimenticate.
La parola “amore” appartiene al primo genere, tanto che ha persino perso il suo significato autentico, vero e profondo: quello di esprimere il sentimento più alto di cui sia capace la creatura umana.
Qui potremmo spenderci in tutti i ragionamenti possibili, partendo dalla filosofia, per passare alla sociologia ed alla psicoanalisi; poi ancora la letteratura, l’arte  e avanti così con tutte le diverse forme ed esperienze che coinvolgono l’humanum.
Non è neppure pensabile sintetizzare una possibile definizione dell’amore: ne conosciamo tutti troppe. Così tante da finire per non essere vere, poiché sono definizioni. E l’amore, quello vero, non è una formula o una massima da bacio perugina.
Ma se chiedessi a voi cosa è l’amore, che risposta potrei avere?
Sarei davvero felice se i miei lettori potessero rispondere. Provo a farlo io per loro sapendo che così facendo perderò la ricchezza della loro esperienza.
Perché l’amore è anche questo: un’esperienza. Non una dottrina, un ragionamento o, peggio, uno sfogo alla nostra istintualità. Ma qualcosa che ci incontra nella nostra vita. Anzi non qualcosa, ma qualcuno.
Chi ha fatto l’esperienza di innamorarsi sa che l’amore è una persona e la “definizione” è il nome di quella persona. Perché l’amore è esperienza viva dell’incontro con l’altro. Un altro nel quale ci riconosciamo e scopriamo di essere capaci, nell’amore vero, di diventare dono totale e senza riserve.
Naturalmente per quanto è possibile alla nostra umanità fragile e ferita, sempre portata a possedere più che a donare, ma capace di desiderare un amore assoluto e infinito.
Questa ricerca di bene è dono di grazia. Dono che dobbiamo invocare sapendo che il Signore, proprio perché ha messo nel nostro cuore questa nostalgia di bene, già ci ha donato “la caparra dello Spirito” (2 Cor 5, 5).
Quello Spirito che ci rende capaci di riconoscere in Gesù il Signore della nostra vita, il Qualcuno che abbiamo incontrato, il Nome di quell’Amore che desideriamo.
Avvicinandoci alla Pentecoste noi che, per grazia e non per merito, in virtù del Battesimo, “possediamo le primizie dello Spirito”, invochiamo questo Dono del Padre e del Figlio, per poter realizzare quel desiderio profondo di bene che abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna di ogni tempo. Per essere trasformati in figli nel Figlio.
Come Maria apriamoci al dono dello Spirito, per generare in noi il Figlio che ci svela il volto del Padre.
“Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio”. (Romani 8, 26-28).
Vieni, Santo Spirito!
Vi aspetto alla Veglia di Pentecoste, sabato sera a Sanremo.
Trovate il programma sul nostro sito.
(di Nuccio Garibaldi)