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Giovani chi cercate? – L’Amore più grande…

13 maggio 2015 | 09:23
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Giovani chi cercate? – L’Amore più grande…

Vivere questo appuntamento insieme al nostro vescovo è una testimonianza forte di quel desiderio che tutti sperimentiamo ogni volta che soffriamo per l’assenza dei giovani dalla vita ecclesiale

Quando penso alla mia giovinezza, e i ragazzi mi rimproverano spesso (a ragione) per questi flashback su un tempo che per loro è preistoria, mi ritorna in mente la gioia di aver vissuto esperienze che mi hanno dato tanto sia dal piano umano che da quello spirituale.

Sono momenti particolarmente significativi che accompagnano ancora la mia vita con una forza che a volte mi sorprende. E sono legate a persone significative (tante) che ho incontrato sulla mia strada; ma anche a luoghi e situazioni particolari. Persone, luoghi e situazioni.

Oggi vorrei solo brevemente parlare dei luoghi e, infine delle situazioni.
Fra questi mi piace ricordare anche alcuni pellegrinaggi che ho fatto soprattutto nei luoghi “sacri” del nostro Paese.

Un sacerdote che mi ha guidato per tanti anni, don Luigi Aichino prevosto della Cattedrale di Sanremo, mi diceva spesso una frase di Silvano dell’Athos: “Non cercare il luogo. Quel luogo sei tu“.
Un’affermazione di grande potenza e verità che ci invita a capire che il vero pellegrinaggio è quello che facciamo quando entriamo nell’intimo di noi stessi per ascoltare quella Voce (che è la Parola) che ci rivela chi siamo e ci indica il cammino da percorrere.

Ma, appunto, ci sono luoghi che ci “parlano” in modo particolare.
Uno di questi luoghi si trova a Torino ed è legato alla Sindone. Infatti quel lenzuolo che la pietà popolare considera l’autentico sudario di Cristo mi ha sempre colpito fortemente. Credo che l’impressione suscitata da quella immagine sia anche legata al dono che il Signore mi ha fatto, di poter avvicinare persone che hanno portato nel loro corpo e nel loro cuore le sofferenze che sono “raffigurate” in quel telo misterioso. Un autentico “testimone muto” di quella realtà inesprimibile ed insopportabile che è il dolore.

La Sindone è un “luogo” nel quale mi è possibile accedere a quel mistero che, proprio in quanto tale, non si può raccontare: perché è cosa del cuore. Dove la preghiera, l’emozione e anche, quasi, la possibilità fisica di “toccare” un segno che mi rimanda al Risorto, mi fanno sentire maggiormente la vicinanza a Colui che è la Via del mio andare.

Qualcuno mi dirà, a ragione, che celebrando l’Eucarestia posso incontrare è realmente il Signore. Verissimo. Ma abbiamo bisogno anche di segni che ci rimandano a qualcosa, a Qualcuno a cui aggrapparci quando la nostra piccola e povera fede ci impedisce di camminare sul mare agitato della nostra vita. E andiamo a fondo. Allora il grido: “Signore, salvami!”, sgorga naturale dal cuore proprio lì, dove il mistero rende più vivo e bruciante l’interrogativo della nostra carne ferita.

Questo luogo, per noi, nelle prossime settimane diventerà anche, se vogliamo, una situazione, un’opportunità. Perché la Diocesi prepara per i giovani un pellegrinaggio che ci regalerà l’occasione di pregare davanti alla Sindone con il nostro Vescovo e con tutti coloro che vorranno vivere questa significativa esperienza.

Allora oggi vorrei fare un invito: quello di metterci in viaggio, anche se richiede fatica, per vivere un momento importante del nostro cammino di Chiesa. Vi chiedo anche, da subito, di preparare nella preghiera il pellegrinaggio del 5 e 6 giugno prossimo a Torino per l’Ostensione della Sindone.

Esorto, infine, tutti coloro che credono nella necessità di rivolgere un’attenzione privilegiata ai giovani di sostenere in ogni modo il pellegrinaggio diocesano. Non per snobbare o criticare quello che le Parrocchie hanno già fatto e faranno. Ogni iniziativa di questo genere è benedetta. Ma vivere questo appuntamento insieme al nostro vescovo è una testimonianza forte di quel desiderio che tutti sperimentiamo ogni volta che soffriamo per l’assenza dei giovani dalla vita ecclesiale.
Perché si realizzi l’invocazione del salmista: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto”.

(di Nuccio Garibaldi)