Elezioni regionali liguri: aspettando il 31 maggio con lo spettro dell’ingovernabilità

La paura più grande per il centro sinistra è quello di non superare lo sbarramento del 35%, la cosiddetta “anatra zoppa” e Paita e compagni sarebbero costretti a fare accordi con Toti
Sanremo. «Si vota in sette regioni ed è un passaggio decisivo per il governo. In Liguria la scelta deve essere netta tra noi, con Raffaella Paita presidente, e la destra con Giovanni Toti, tutto il resto è noia». Queste le parole del premier Matteo Renzi in merito alle delicatissime elezioni regionali liguri, un vero e proprio banco di prova per il gradimento del governo e per il centro destra un laboratorio per la rinascita di quello che era il vecchio Polo delle Libertà e/o simili.
La sfida in Liguria è tutt’altro che scontata con i sondaggi che danno parità tra i due schieramenti principali, ossia Paita e Toti, mentre chi sembra essere più l’ago della bilancia è l’ex Pd Pastorino che i suoi ex colleghi democratici lo incolpano di consegnare la Liguria nelle mani della Lega Nord e di Forza Italia. La la paura più grande per il centro sinistra è quello di non superare lo sbarramento del 35%, la cosiddetta “anatra zoppa” e Paita e compagni sarebbero costretti a fare accordi con Toti, una grosse coalition in salsa ligure che sarebbe l’anticamera dell’ingovernabilità.