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Don “Lu” lavora alla Casa della Carità e passeggia a Oneglia

28 maggio 2015 | 15:03
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Don “Lu” lavora alla Casa della Carità e passeggia a Oneglia

Il parroco attende anche un’eventuale decisione della Corte per i diritti dell’uomo

Imperia. Dalla casa della carità di via Berio, lungo la strada che porta alle Cascine e a Villa Grock, la casa museo di Imperia si domina Oneglia.

E’ lì che dal 5 maggio scorso, lavora e vive don Luciano Massaferro, l’ex parroco di Alassio condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione per aver molestato una chierichetta. Serve pranzo e cena ai poveri, italiani e stranieri che non trovano lavoro, non riescono più a pagare affitti o sono rimasti senza casa. “Cordiale e preciso”, si limita a dire un collaboratore della struttura della Diocesi di Albenga e Imperia diretta da Augusto Armelio.

Dalle 21 alle 6 del mattino non può lasciare la Casa della Carità. E’ quanto prevede l’affidamento in prova deciso dai giudici del tribunale di sorveglianza di Genova che hanno accolto l’istanza-proposta del suo avvocato, l’albenganese Alessandro Chirivì. Don Luciano di anni ne ha già scontati 5 più 2 mesi. Il suo legale gli ha anche fatto ottenere uno sconto della pena di 1 anno e 8 mesi. Alla fine resterà in carcere 6 anni e 2 mesi. “A febbraio sarà un uomo libero”, dice l’avvocato.

E al di là delle cause giudiziarie ed eventualmente il processo canonico che potrebbe essere istruito Don Luciano Massaferro attende anche un’eventuale decisione della Corte per i diritti dell’uomo. “E’ così ci siamo rivolti a Strasburgo – conferma l’avvocato – Siamo ancora in attesa di un pronunciamento”. Don Luciano, che a Pasqua aveva scritto anche la sua ultima lettera dal carcere di La Spezia ai parrocchiani, sostiene di essere vittima di un’ingiustizia.

Nel frattempo è in affidamento ai servizi sociali in prova e di giorno lo si incontra anche a Oneglia. “L’ho visto proprio qualche giorno fa – dice il parroco Mario Ruffino – passeggiava in via San Giovanni ed ho saputo che lavora per la Casa della Carità, struttura importante per la nostra Diocesi”.