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Da Imperia a Thame, Gariano preoccupato per le sorti di tanti bambini e amici

2 maggio 2015 | 08:25
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Da Imperia a Thame, Gariano preoccupato per le sorti di tanti bambini e amici

Paese sfigurato dal sisma con tanta gente che muore in strada perché i soccorsi arrivano con il contagocce

Imperia. Incollato davanti al computer. Prova a mettersi in contatto con skype. Controlla le pagine di Facebook e alla fine trova una foto che gli concede un sorriso. “Una delle bambine della scuola di Thame. Che grandissima gioia rivederla! Tieni duro Didi, presto verremo ad aiutarvi! Siete un grande e tenace popolo Sherpa!”.

Lorenzo Gariano, alpinista imperiese, abita a Poggi sulle alture della città. Dal giorno del terremoto fa fatica a dormire. Conosce quel popolo. “E’ povero e poverissimo e va aiutato”. Il Nepal, distante decine di migliaia di chilometri dall’Italia, è la sua seconda casa. “Ho vissuto tanto tempo laggiù. Ho imparato che cosa significa vivere con poco, ad apprezzare quella gente. Quel popolo ha un’anima e una forza unica. Sono persone che insegnano al mondo come si vive con poco”.

Ora il Nepal è in ginocchio. Lorenzo Gariano vive il terremoto con grande preoccupazione. Thame è un villaggio tra i più remoti del Paese. Trovare sopravvissuti dopo il sisma è difficile. Un Paese sfigurato dal terremoto. I soccorsi sono arrivati con il contagocce. Non c’è cibo, non c’è acqua. Tutti lanciano un disperato appello alla comunità internazionale perché si possa aiutare il Nepal. Al momento sono arrivate solo briciole e la gente continua a morire per le strade di Kathmandu e delle altre città devastate dal sisma.