Circonvenzione di incapace, condannato a due anni e 50mila € ex funzionario Poste di Ventimiglia

14 maggio 2015 | 17:24
Share0
Circonvenzione di incapace, condannato a due anni e 50mila € ex funzionario Poste di Ventimiglia
Circonvenzione di incapace, condannato a due anni e 50mila € ex funzionario Poste di Ventimiglia
Circonvenzione di incapace, condannato a due anni e 50mila € ex funzionario Poste di Ventimiglia
Circonvenzione di incapace, condannato a due anni e 50mila € ex funzionario Poste di Ventimiglia
Circonvenzione di incapace, condannato a due anni e 50mila € ex funzionario Poste di Ventimiglia
Circonvenzione di incapace, condannato a due anni e 50mila € ex funzionario Poste di Ventimiglia

Di Benedetto venne arrestato per essersi fatto intestare, abusando del proprio ruolo, una polizza vita da un anziano

Imperia. Due anni di reclusione con la condizionale per circonvenzione di incapace, più il risarcimento di 50.000 euro alla parte civile. E’ questa le pena inflitta – nel primo grado di giudizio a Francesco Di Benedetto, ex funzionario di Poste Italiane, in servizio a Ventimiglia.

L’imputato è difeso dall’avvocato Alessandro Moroni. Sempre imputato, in questo processo c’era l’ex maresciallo dell’Arma, Giuseppe Buzzanca, accusato di omissioni di atti d’ufficio: reato per il quale è stato assolto con formula piena. Era difeso da Giorgio Valfrè.

Il processo si è svolto di fronte al tribunale collegiale di Imperia, presieduto dal giudice Eduardo Bracco, affiancato dai giudici Paolo Luppi e Anna Bonsignorio. La pubblica accusa era rappresentata dal Procuratore Roberto Cavallone. La parte civile in causa è la sorella dell’anziano vittima del raggiro, ora deceduto.

LA VICENDA

Di Benedetto venne arrestato per essersi fatto intestare, abusando del proprio ruolo, una polizza vita (del valore di 50mila euro) da Secondino Muratore, deceduto poi il 10 novembre del 2009, nel rogo della sua abitazione, di Salita Lago, a Ventimiglia, che prese fuoco per cause accidentali. Nel corso del processo e’ emerso che Secondino soffriva di depressione e della cosiddetta “sindrome da miseria”, che lo portava a raccogliere tutto per strada, ragion per cui è risultato essere incapace di intendere e di volere, particolare quest’ultimo che sembrerebbe corroborare la tesi dell’accusa, secondo la quale il funzionario delle Poste Di Benedetto lo avrebbe circuito approfittando di questo suo stato di soggezione.