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Chiusura di Villa Regina Margherita, la mail di una nostra lettrice

31 maggio 2015 | 14:20
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Chiusura di Villa Regina Margherita, la mail di una nostra lettrice

Si può solo sperare che i Terruzzi, per l’ennesima volta, facendo violenza a sé stessi ed alla loro intelligenza, vogliano dare ancora un’ultima possibilità ad una città che, per come è amministrata, non la meriterebbe

Bordighera. “Come l’aereo sperimentale X1 nel 1947 superò per la prima volta la barriera del suono oggi, nel 2015, le amministrazioni regionale della Liguria, comunale di Bordighera e provinciale di Imperia, sono di nuovo andate oltre il limite umano riuscendo a far chiudere Villa Regina Margherita. 

Far ciò non è stato facile, sono riuscite a far disamorare un privato , i Terruzzi, i quali, per generosità o follia, dopo aver donato lavori di ristrutturazione per oltre 5.000.000 di euro a favore di un bene pubblico ( e si badi senza nemmeno chiedere in cambio varianti strane a piani regolatori) hanno più volte integrato le risorse finanziarie messe a disposizione dagli enti pubblici per la gestione del museo, offrendo anche i propri tesori d’arte in comodato gratuito alla collettività.

Nel Regno Unito i Terruzzi sarebbero baronetti, come i Beatles, in Italia, o meglio nella terra felix di Imperia, son trattati a guisa di scocciatori che vengono a bussare alla porta per venderti le spazzole o le pentole.
In un’Italia che va a rovescio, e che di cambiar verso proprio non ne è capace, abbiamo sempre le stesse logiche che reggono il governo della cosa pubblica, e se a Bordighera si chiudono i musei, gli ospedali, e nelle scuole ci piove, forse non è solo colpa della crisi e della “sfiga”, che crudeli infieriscono, ma anche di una classe dirigente, dal livello comunale a quello regionale e nazionale, indegna della Nazione che più di tutte al mondo custodisce sul suo territorio i tesori che la storia e l’arte ci han lasciato: e quel che è peggio è che ciò avviene non per cattiveria o mera sciatteria, ma più semplicemente perché non sanno quello che fanno.

Qualcuno per costoro una volta invocò il perdono divino, ma ciò avvenne solo in un’occasione, ed erano comunque altri tempi.

Si può solo sperare che i Terruzzi, per l’ennesima volta, facendo violenza a sé stessi ed alla loro intelligenza, vogliano dare ancora un’ultima possibilità ad una città che, per come è amministrata, non la meriterebbe.”

L.S.