C’è la guerra e le missioni in Burundi sono sospese, imperiesi col cuore in gola

Ansia per Kayongozi dove vivono le famiglie e i figli adottati aiutati dalla comunità di Imperia
Imperia. Sospeso il campo estivo di agosto e annullati anche i viaggi delle missioni. Troppo pericolosa la situazione in Burundi tra guerre e politica “traballante”. I francescani genovesi, legatissimi da quasi 40 anni con la comunità parrocchiale del Duomo di Porto Maurizio che lavorano ad un progetto di ricostruzione dei villaggi in Burundi, hanno scritto una lettera-appello ai parrocchiani: “Chiediamo una particolare intenzione di preghiera affinché non si creino le stesse drammatiche situazioni che hanno portato, nel recente passato, alle guerre fratricide che hanno provocato migliaia di morti”. A scriverla è frate Silvio Bovis che da sempre rimane in contatto con le famiglie imperiesi che hanno deciso di aiutare le missioni francescane e addirittura di adottare un bambino nel Paese africano, iniziativa concreta che lega le due comunità, Imperia e Kayongozi.
“In Burundi – si legge nella lettera del frate francescano – la situazione politica è ulteriormente degenerata, dopo che il presidente Pierre Nkurunziza ha deciso di ripresentarsi alle prossime elezioni presidenziali nonostante la Costituzione non glielo consenta e il Parlamento abbia bloccato una legge proposta dal suo partito che voleva modificare le regole così da offrirgli l’opportunità di un ulteriore mandato”.
Si stanno vivendo momenti delicatissimi. “Il presidente – scrive frate Bovis – non ha ascoltato il suggerimento della Chiesa che si è espressa in modo contrario ad una sua possibile rielezione che in questo momento non favorisce il dialogo tra i diversi partiti e le differenti etnie del Paese”.
Frate Bovis descrive poi in modo preciso le notizie drammatiche che arrivano dal Burundi anche attraverso il web anche se quelle filtrano davvero col contagocce. “Si cominciano a contare i primi morti nella Capitale e molta gente sta scappando nei paesi vicini. Il governo ha anche bloccato i telefoni e i mezzi di informazione rendendo difficili le comunicazioni con il Paese. Anche i viaggi dall’Italia per il Burundi risultano critici. Ecco che allora la missione e il campo estivo sono stati di fatto sospesi”.
Tuttavia frate Bovis rasserena gli animi dei tanti imperiesi molto legati alla sua missione: “La situazione presso la nostra missione di Kayongozi è al momento tranquilla perché i disordini sono concentrati principalmente nella Capitale. I nostri missionari, i volontari e tutti i bambini e ragazzi stanno bene”.
Una buona notizia considerato che gli scontri e le battaglie sono all’ordine del giorno in Burundi come in altre zone martoriate dalla guerra tra popolazioni anche di etnia diversa. Ma in questo momento è stato deciso di sospendere le attività dei missioni. Troppo pericoloso viaggiare a Bujumbura e da lì spostarsi verso i villaggi dove c’è ancora molto da fare e soprattutto dove la gente necessita di costanti aiuti umanitari che sono sempre stati garantiti anche dal grande cuore degli imperiesi. Un’opera resa possibile anche dalla disponibilità del parroco Ivo Raimondo che spesso accoglie i missionari del Burundi a Imperia affinché possano illustrare le loro attività, le loro opere e gli interventi eseguiti grazie alla solidarietà della comunità portorina.