Caccia, Massimo Donzella: “trasmettere cultura venatoria che sia cura del territorio e dell’ambiente in cui si vive”

28 maggio 2015 | 18:24
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Caccia, Massimo Donzella: “trasmettere cultura venatoria che sia  cura del territorio e dell’ambiente in cui si vive”

“Per il futuro occorre programmare un’attenta strategia di intervento, in grado di recepire le aspirazioni e le intenzioni degli uomini e delle donne della caccia”

Scrive il vice presidente del Consiglio regionale, Massimo Donzella:“Il mio impegno in Consiglio regionale è sempre stato caratterizzato da una particolare attenzione all’attività venatoria, quale strumento privilegiato di salvaguardia della biodiversità e di attenzione verso l’integrità dell’ambiente circostante, nel quadro di una perfetta simbiosi tra uomo e natura.

I cacciatori, infatti, riqualificando gli habitat e così dedicandosi al territorio, costituiscono una preziosa risorsa al servizio delle nostre zone, difficilmente sostituibile.

Per queste ragioni, ho fatto seguito a queste parole, sostenendo doverosamente, e con convizione, provvedimenti di sostegno al settore:

– la c.d. legge “salva caccia” del 16.9 2014 che garantisce l’esercizio dell’attività venatoria, tramite rinvio alla leggi regionali e nazionali in materia, in caso di sospensiva del calendario di caccia da parte dei giudici amministrativi;

– la legge regionale n. 375/2015 che consente – al di fuori delle zone umide riconosciute dalla Convenzione di Ramsar – di esercitare la caccia agli ungulati con le classiche munizioni di piombo, superando ogni dubbio interpretativo sulla questione;

– il calendario venatorio per la stagione 2015/16 con prolungamento della durata sino al 10 febbraio, nel rispetto dell’arco temporale massimo previsto dalla normativa nazionale, per le specie cornacchia nera, cornacchia grigia, gazza, ghiandaia e colombaccio.

Per il futuro occorre programmare un’attenta strategia di intervento, in grado di recepire le aspirazioni e le intenzioni degli uomini e delle donne della caccia, così da riuscire a trasmettere una cultura venatoria che, guardando al futuro, sia in grado di evocare e trasmettere il valore rappresentato dalla cura del territorio e dell’ambiente in cui si vive”.