“…diventare testimoni della Verità nella discrezione e disponibilità quotidiana senza mai cercare la propria realizzazione come fine a sé stessa ma individuando la capacità di essere dono di Te…”
“Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse…”( Lc 24,50). Quanto amore e quanta umana fatica, Gesù, nel doverci lasciare, ma dovevano adempiersi le Sacre Scritture e Dio, nostro Padre, Amore Supremo, ti ha richiamato alla Sua destra. Ci ami talmente che per Te è difficile accettare che ognuno di noi compia le proprie esperienze per raggiungere la pienezza della propria fede in Dio; vorresti portarci al traguardo evitandoci umiliazioni e fallimenti e così continui a benedirci perché il Tuo Amore è più forte di tutto.
Ci hai insegnato a diventare testimoni della Verità nella discrezione e disponibilità quotidiana senza mai cercare la propria realizzazione come fine a sé stessa ma individuando la capacità di essere dono di Te, l’unica certezza che può destare curiosità nelle persone perché é l’unica realtà in grado di scuotere la loro autosufficienza.
La storia dell’uomo è la sequenza di una conoscenza progressiva della verità a cui Dio ci ha predestinati per Amore e questo sancisce la veridicità ed esige la coerenza del nostro apostolato come ci esorta il Santo Padre nell’omelia a S. Marta l’11 maggio: “…la testimonianza di ogni giorno, la testimonianza di rendere presente la fecondità della Pasqua … quella fecondità che ci dà lo Spirito Santo, che ci guida verso la verità piena, la verità intera e ci fa ricordare quello che Gesù ci dice…”
Non dobbiamo preoccuparci se veniamo respinti o giudicati, esclusi, perseguitati “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me…” (Gv 15,18) perché siamo stati amati per primi e la gioia di questa consapevolezza ci permette di non scandalizzarci ma di contraccambiare la pienezza e la totalità di questo Amore cancellando le nostre aspirazioni e pianificazioni riguardanti il nostro futuro come ha rimarcato Papa Francesco ancora nella stessa esposizione di cui sopra: “…un cristiano che non prende sul serio questa dimensione “martiriale” della vita non ha capito ancora la strada che Gesù ci ha insegnato: strada “martiriale” di ogni giorno; strada “martiriale” nel difendere i diritti delle persone; strada “martiriale” nel difendere i figli…..tutti noi abbiamo la possibilità di portare avanti questa fecondità pasquale su questa strada “martiriale”, senza scandalizzarci.”
(di Rossana Morisi)