Alopecia areata, nuove tecniche per contrastarla e se la regressione è difficile, i sistemi protesici risolvono il disagio psicologico

26 maggio 2015 | 10:15
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Alopecia areata, nuove tecniche per contrastarla e se la regressione è difficile, i sistemi protesici risolvono il disagio psicologico

L’alopecia areata, a volte scatenata da fattori ambientali ed emotivi, viene considerata una malattia autoimmune, spesso asintomatica o con episodici pruriti e sensibilità

Imperia. La perdita di capelli mette spesso in agitazione, anche se si tratta di pochi capelli persi sul cuscino. Quando il fenomeno si aggrava (http://www.caduta-capelli-torino.it/) per cause non dovute alla stagionalità o al ciclo di vita del capello, lasciando chiazze ben definite ed evidenti sul cuoio capelluto, si è probabilmente di fronte a un problema di alopecia areata (http://www.caduta-capelli-torino.it/servizi-trattamenti-tricologici.cfm).

È un disturbo che colpisce l’1% della popolazione anche se, nelle forme più lievi, la percentuale di casi aumenta. A volte la remissione è spontanea, ma una stima attesta al 10-30% i casi di pazienti che invece vedono aggravarsi la situazione verso forme estese, croniche o recidivanti.

Le aree di cuoio capelluto colpite da alopecia areata di solito sono di forma rotondeggiante, si presentano glabre e lisce e, qualche volta, con presenza di eritema. In alcune persone possono addirittura estendersi a tutto il cuoio capelluto o in altre zone del corpo normalmente coperte da peli.

“Può manifestarsi a qualsiasi età – spiega la dottoressa Tatiana Amati dei centri Tricomedit di Torino e Alessandria (http://www.caduta-capelli-torino.it/ambulatori-tricologici-torino-alessandria.cfm) – ma le fasce di età dove l’esordio della malattia sembra avere una percentuale più alta è nella pubertà e fra i 20 e i 40 anni. L’andamento del disturbo è purtroppo incostante. Possono esserci periodi in cui l’alopecia areata è stabile, o addirittura evolve verso una risoluzione spontanea. Spesso si estende in maniera rapida e, talvolta, la caduta dei capelli interessa tutto il cuoio capelluto (alopecia totale). Questo decorso imprevedibile comporta l’assenza di un protocollo terapeutico o linee guida universalmente accettate. Esistono però trattamenti che hanno avuto immediati benefici e sono praticabili anche ambulatorialmente”.

L’alopecia areata, a volte scatenata da fattori ambientali ed emotivi, viene considerata una malattia autoimmune, spesso asintomatica o con episodici pruriti e sensibilità.

Negli anni sono stati fatti numerosi studi, anche a livello genetico: un esempio è uno studio americano del 2009 dove è stato confrontato il DNA di persone affette da alopecia areata, non parenti fra loro, e persone non affette. Tramite il Genoma-wide association study (GWAS) è stato possibile identificare regioni di geni fondamentali per l’insorgenza delle malattie autoimmuni.

“Le biopsie eseguite – spiega la consulente Tricomedit – hanno rivelato l’infiltrato a ‘sciamo d’api’ di linfociti T, presenti attorno al follicolo pilifero di persone con alopecia areata. Questo infiltrato ha, come rivela il suo nome, una forma caratteristica e coinvolge solo la base del follicolo pilifero senza intaccare la parte superiore, dove sono presenti le cellule staminali. Ciò significa fortunatamente che c’è sempre una possibilità di ricrescita del capello”.

Fra i trattamenti per l’alopecia areata (http://www.caduta-capelli-torino.it/servizi-trattamenti-tricologici.cfm) con maggiori risultati spicca la terapia infiltrativa, conosciuta come mesoterapia. Bisogna tener presente, però, che la risposta di ogni paziente può essere diversa.

“La mesoterapia tricologica è un trattamento locale avanzato. Di solito si utilizza, in seconda battuta, dopo l’applicazione di cortisonici in crema, schiuma o lozione, affiancata all’applicazione di sostanze stimolanti come il minoxidil. Nei nostri centri – continua la dottoressa Amati – il trattamento infiltrativo avviene prima con cortisonici associati a complessi vitaminici somministrati in cicli ridotti e poi con cicli più distanziati di mantenimento, effettuati generalmente con biostimolanti del cuoio capelluto e dei follicoli piliferi. Questo genere di terapia – chiarisce la consulente Tricomedit – è di sicuro fra le più utili e le più consigliate”.

Non è di molto tempo fa la notizia, amplificata dai media in maniera incompleta e non propriamente corretta, di un farmaco in grado di curare l’alopecia areata, il ruxolinitib.

In effetti tale farmaco, già utilizzato per la cura di una forma di tumore del midollo osseo, è stato impiegato in uno studio clinico americano su pazienti con alopecia areata, dopo i test positivi effettuati sui topi. I risultati di ricrescita completa dei capelli, dopo quattro mesi di cura, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Medicine, ma lo studio risulta tuttora allo stato embrionale e mostra palesi limitazioni, prima fra tutte l’applicazione a soli tre pazienti.

“Sicuramente la conoscenza approfondita di questo farmaco – spiega la dottoressa Amati – potrà chiarire meglio il suo impiego e la definizione di opportuni protocolli d’uso. Per ora, siamo nell’ambito della sperimentazione e non c’è alcuna certezza dell’effettiva azione del ruxolinitib sulla ricrescita del capello. Ai pazienti bisogna fornire le corrette informazioni (http://www.caduta-capelli-torino.it/faq-problemi-tricologici.cfm) e far capire che esistono comunque delle cure”.

Rimane una certezza, per contrastare efficacemente l’alopecia areata: la tempestività di intervento, dopo un’accurata diagnosi. Consulenti e professionisti accreditati (http://www.caduta-capelli-torino.it/ambulatori-tricologici-torino-alessandria.cfm) forniscono il giusto supporto per la valutazione dei pro e dei contro di ogni proposta terapeutica.

“Spesso non si tiene conto di una soluzione idonea sia per chi sta curando un’alopecia areata abbastanza estesa sia per chi, arrivato in maniera tardiva ad una diagnosi, fatica ad ottenerne una effettiva regressione. Si tratta degli impianti protesici di ultima generazione: offrono subito un sollievo e una reale soluzione al problema di immagine, abbassando lo stato di ansia e di prostrazione che purtroppo colpisce chi perde i capelli, in particolar modo le donne. Esistono impianti come quelli realizzati con il sistema 3T Ionix o il New Dermatrix (http://www.caduta-capelli-torino.it/servizi-trattamenti-tricologici.cfm) – conclude la dottoressa Amati – fatti su misura e caratterizzati dal massimo confort. I risultati dal punto di vista estetico sono assolutamente naturali e per il paziente la gestione è veramente semplice”.