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Venerdì Santo: Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza – le disposizioni

2 aprile 2015 | 22:03
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Venerdì Santo: Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza – le disposizioni

In questo giorno di silenzio e preghiera è necessario prendersi qualche minuto per riflettere al fine di riscoprire l’origine e il senso del digiuno e dell’astinenza per i cristiani

Di fonte al mutare delle condizioni culturali, in una società in cui il digiuno assume talvolta espressioni pagane e laiche, trasformandosi in segni di protesta e partecipazione alle lotte politiche e sociali, è necessario prendersi qualche minuto per riflettere così da riscoprire l’origine e il senso del digiuno e dell’astinenza in un’ottica cristiana.

Dal Vangelo di Matteo “Sta scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” è possibile, in questo versetto, comprendere come attraverso il digiuno proposto da Gesù, in risposta alla tentazione del diavolo, egli si prepari a compiere la sua missione di salvezza in filiare obbedienza al Padre e in servizio d’amore a tutti gli uomini, nessuno escluso.

Partendo da questo punto di vista e osservando con attenzione l’esempio attuato dal Cristo stesso, e l’invito a digiunare che egli rivolge ai suoi discepoli, è possibile comprendere come questa pratica di rinuncia trova il suoi pieno valore solo se compiuta in comunione viva con il Padre e animata dalla preghiera con gioia e serenità e non con sofferenza e fatica.

Da un punto di vista storico fin dai primi secoli sono stati individuati, in particolare, due giorni in cui tutti i fedeli sono chiamati alla penitenza: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo (se possibile anche il Sabato Santo fino alla Veglia di Paqua). Quello d’inizio quaresima ordinato dalla confessione dei peccati, dalla richiesta del perdono e dalla volontà di conversione e quello del Sacro Triduo come segno di partecipazione alla morte del Signore.

Il riferimento a Cristo e alla sua morte e risurrezione appare, quindi, essenziale e decisivo per definire il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza. Nella sequela di Cristo e nella conformità con la sua croce gloriosa, infatti, il cristiano trova la propria identità e la forza per accogliere e vivere pienamente la penitenza con serenità, infatti, nel Vangelo è scritto: “se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8, 34). Consapevoli del Suo profondo ed infinito Amore, della Sua grazia e misericordia, non possiamo che gioire anche nelle privazioni.

Ed ora, compreso il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza, riportiamo le disposizioni normative dei canoni 1251 e i 1253 del Codice di diritto canonico per attuarli:
1. La legge del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera.
2. La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.
3. Il digiuno e l’astinenza devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì della Passione e Morte del Signore, sono consigliati il Sabato Santo sino alla veglia pasquale.
4. L’astinenza dev’essere osservata tutti i singoli venerdì di Quaresima, a meno che non coincidano con una solennità.
5. Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.
6. Dall’osservanza dell’obbligo della legge del digiuno e dell’astinenza si ci può astenere per giusta causa (ad esempio malattia).