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Parlando dell’uomo… è arrivato il momento di svegliarci

19 aprile 2015 | 11:42
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Parlando dell’uomo… è arrivato il momento di svegliarci

Riprende l’appuntamento bisettimanale con la rubrica di teologia morale. Un momento per fermarsi e pensare alla vita e all’uomo

Oggi assistiamo ad una svolta decisamente particolare. Noi cristiani stiamo scegliendo, forse senza esserne coscienti, che l’annuncio del Vangelo di Cristo debba essere veicolato dal silenzio.

Il silenzio viene richiesto da una “ambigua” idea di rispetto che si sta sempre più diffondendo, tale idea scaturisce dal presupposto che viviamo in una società multiculturale e multireligiosa, quindi, per non offendere la dimensione di fede dell’altro è opportuno annullare la propria. Una sollecitazione analoga arriva anche dalla società laica, che riconosce a tutti la libertà di parola, ma critica aspramente ogni intervento del magistero della Chiesa, affermando che tale ingerenza condiziona la scelta libera dell’uomo e della ricerca scientifica.
Riflettendo su questa nuova omertà penso che sia arrivato il tempo di osteggiarla, nessuno può costringere un cristiano a tacere, ad avere pudore del proprio credo religioso. Dobbiamo essere consapevoli che il rispetto dell’altro non si costruisce sull’annullamento della propria realtà, ma sull’ascolto vicendevole, sereno e fruttuoso. E allora dobbiamo avere il coraggio di annunciare il Vangelo di Cristo, che dopo duemila anni continua ad essere un tesoro per l’umanità; ma dobbiamo ammettere, anche se è doloroso, che ancora oggi è in parte sconosciuto.

Un ripasso sarebbe utile a tutti. I vangeli ricordano ad ogni cristiano, che:
– Cristo non ha usato mai la violenza per trasmettere il suo messaggio di amore, anzi predicava:<< Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”, ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori>> (Mt 5, 43-44);
– Gesù ha chiamato i suoi discepoli, ma non li ha costretti a seguirlo, e non ha avuto parole di condanna quando non li ha visti sotto la croce nel momento della sua donazione totale. Leggiamo nel vangelo di Giovanni :<< Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre , Maria di Clèofa e Maria di Màgdala[…] e il discepolo che egli amava>>(Gv 19, 25-26). Ancora oggi dovremmo chiederci dov’erano tutti quelli che aveva guarito, con i quali aveva mangiato, parlato e dormito e noi come ci saremmo comportati al loro posto;
– Gesù si ribella in modo deciso a chi aveva utilizzato il tempio come mercato. Si legge in Gv 2, 14-16: << Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse: “ Portate via queste cose e non fate della casa del padre mio un luogo di mercato”>>. Ancora esiste la tentazione, in alcuni casi non allontanata, di vivere le nostre chiese come imprese da amministrare e luoghi dove esercitare un potere piuttosto che un servizio;
– Cristo ha amato i più deboli, i più fragili, i peccatori, non ha cercato approvazione nei potenti, dimostrandosi ossequioso verso gli uomini ricchi, ma ha ridato dignità alle fasce che non ne avevano mai avuta. E’ inutile citare un passo dei vangeli su questo aspetto, perché tutto il Nuovo Testamento è attraversato da questa realtà, basta aprire a caso e si troverà un brano che parla dell’amore misericordioso di Dio.

Potremmo continuare a fare migliaia di altri esempi, ma lo spazio non lo permette. Questo è solo un invito a riflettere sull’evento Cristo, un invito a non fermarsi alle banalità che spesso ci vengono dette. Cristo, a prescindere dalla nostra scelta di fede, è un personaggio unico, che ha segnato indelebilmente la storia, sia a livello religioso, ideologico e anche storico. Nessuno può far a meno di riconoscere in Cristo una figura straordinaria. Affermava Gandhi che la non violenza non l’aveva inventata lui, ma il suo programma politico era contenuto nelle beatitudini di Cristo, predicate tanti secoli prima. Anche i santi sono una dimostrazione della ricchezza del messaggio di Gesù, ognuno di loro ha scelto un modo diverso di vivere la fede e ancora esistono tante altre nuove possibilità che aspettano i cristiani del nostro tempo.

Testimoniamo agli altri, con la nostra vita, il grande amore misericordioso di Dio che non ha bisogno di violenze, di potere, di ricchezze, di presunzioni, di arroganze, di prevaricazioni, ma solo di amore totale per Dio e gratuito per il prossimo. E finiamola di chiedere scusa del nostro essere cristiani, ma gridiamolo dai tetti, perché essere cristiani non è una vergogna!!!!
(di Anna Rosaria Gioeni – teologa)