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Noi, discepoli di Cristo, abbiamo la missione di testimoniare una vita che sa costruire solidarietà

10 aprile 2015 | 22:12
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Noi, discepoli di Cristo, abbiamo la missione di  testimoniare una vita che sa costruire solidarietà

La nostra gente sta vivendo con un profondo senso di angoscia e di timore gli avvenimenti tragici che si succedono senza interruzione e sempre con maggiore ferocia, per questo si sta interrogando sul perché e se ci sarà mai la fine di questa situazione

“Chi cade in peccato è un uomo; chi se ne duole è un santo; chi se ne vanta è un diavolo”. Questa considerazione di Thomas Fuller (1608 – 1661), storico e cappellano del Re d’Inghilterra, la trovo assai interessante perché in modo icastico descrive le possibili e reali condizioni degli uomini.

Possono mutare, come su un palcoscenico le strutture sceniche, ma gli attori restano sempre se stessi, così è per ogni uomo di ogni tempo, per cui l’osservazione di Fuller mantiene anche oggi la sua validità e attualità.

Non c’è da stupirsi se l’uomo è vittima della sua fragilità e cade nel peccato, invece c’è d’avere timore quando l’uomo giunge persino a vantarsene come se ciò fosse un merito.

Siamo di fronte ad un oscuramento delle coscienze di uomini deviati dall’orgoglio, e schiavi dei propri istinti, non più regolati dalla ragione, dalla volontà e private del supporto di un alto ideale di vita, che è garantito dal continuo riferimento alla legge divina.
Quando l’uomo taglia il suo rapporto con Dio abdica alla sua nativa dignità e inesorabilmente precipita in un degrado morale spaventoso.

San Paolo nella lettera ai Filippesi ha stigmatizzato questo atteggiamento, ammonendo: “la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra”. (Fil. 3,19).

La nostra gente sta vivendo con un profondo senso di angoscia e di timore gli avvenimenti tragici che si succedono senza interruzione e sempre con maggiore ferocia, per questo si sta interrogando sul perché e se ci sarà mai la fine di questa situazione.

Si avverte come gradatamente la speranza si stia attenuando e l’ombra del pessimismo si vada estendendo con lo sconforto dei cuori e delle menti. L’umanità invoca un intervento risolutore che possa liberarla da questa condizione di ansia.
Noi discepoli di Cristo, confortati dalla sua risurrezione, abbiamo la missione di annunciare la vittoria sul male con la testimonianza di una vita che, rinnovata dalla grazia, sa costruire solidarietà e amicizia con tutti.

(di Don Giacomo Simonetti)