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“Io credo in Dio … Gesù Cristo discese agli inferi, risuscitò dai morti il terzo giorno”

20 aprile 2015 | 11:50
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“Io credo in Dio … Gesù Cristo discese agli inferi, risuscitò dai morti il terzo giorno”

Potremo cantare in una Pasqua perenne: “Morivo con te sulla croce, oggi con te risorgo”. Conosceremo la perfetta letizia, la piena libertà, un assaggio del Paradiso in festa

Da una pietra rovesciata e da un sepolcro vuoto inizia un’era nuova per l’intera Umanità: quella della resurrezione. Nel velo cupo e disperato della storia, Gesù ha strappato un’apertura verso l’alto, che le chiese greche riassumono in un saluto festoso: “Cristo è veramente risorto!”

“O notte – canta l’ “Exultet” di Pasqua – tu solo hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi” (CCC 631-658).
Gesù discende nell’abisso della morte, dove proclama la Buona Novella: “Io sono la Vita dei morti!” Tutti i giusti di tutti i tempi e di tutti i luoghi, finora prigionieri dell’oscurità perché vissuti troppo presto, sono finalmente ammessi alla visione di Dio!

Ma non finisce qui. Anche il suo corpo mortale vince la corruzione della morte. Prima le pie donne, poi Pietro e Giovanni, poi i Dodici, poi centinaia di persone, sono tutti testimoni oculari di questo fatto storico. Prima increduli e poi felici, lo vedono e lo toccano, lo ascoltano, mangiano con lui.

Non è un fantasma, ma non si tratta nemmeno di un semplice ritorno alla vita terrena come Lazzaro. Il corpo risuscitato è quello martoriato che porta ancora i segni della passione, ma al tempo stesso ha le proprietà nuove di un corpo glorioso: non è più situato nello spazio e nel tempo, sovranamente libero di apparire sotto le sembianze che preferisce, dove e quando vuole.

Libertà e gioia come perfetta conferma della Buona Novella. Parole spesso oscure per noi che pensiamo alla vita più come un triste conto alla rovescia che come una somma di momenti felici. Piangiamo come Maria di Magdala per la vittoria del male sul bene, e non riconosciamo il Risorto che è già vicino a noi.

Come vivere invece, fin da ora, da “risorti”? Nella domanda, la risposta: essere Gesù, amare come lui in modo puro. Moriremo a noi stessi e lo Spirito potrà farci risorgere come uomini nuovi.

Potremo cantare in una Pasqua perenne: “Morivo con te sulla croce, oggi con te risorgo”. Conosceremo la perfetta letizia, la piena libertà, un assaggio del Paradiso in festa.

La resurrezione, il ricominciare nell’attimo presente, come luminosa fonte di speranza, sapiente chiave di lettura, allenamento testardo e costante, gioioso stile di vita.

(di Franca Soracco)