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Il cieco di Gerico … Il mistero della sofferenza

7 aprile 2015 | 07:45
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Il cieco di Gerico … Il mistero della sofferenza

La riscoperta dell’Eucaristia nel momento della sofferenza e solitudine è la riaffermazione nella fede del Crocifisso Risorto che ha detto: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)

Giovedì Santo è stata evocata l’Ultima Cena, istituzione dell’Eucaristia, ed il mio pensiero è corso a voi, lettori di questa rubrica.

L’inoperosità, la perdita di relazioni, il tormento possono portare allo sconforto e anche la fede può essere messa in dubbio in tale contesto, analogamente all’esperienza di Giobbe, di cui parlerà il nostro Vescovo Antonio nella prossima nella Lectio Divina, in programma per il 10 aprile, e che potrete leggere su Diocesi24 nei giorni seguenti.

Il mistero della sofferenza, però, costituisce un momento nel quale Dio colma, con discrezione ed efficacia, i vuoti delle nostre povertà. “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49,15).

La riscoperta dell’Eucaristia nel momento della sofferenza e solitudine, (richiedendoLa nei luoghi di cura come nelle vostre case, anche da parte di coloro che assistono i propri cari) è la riaffermazione nella fede del Crocifisso Risorto che ha detto: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

Quale forza, consolazione e speranza suscita la partecipazione alla Santa Comunione, la quale è presenza reale di Cristo. E’ “Dio con noi” che ci invia nel mondo per evangelizzarlo, per santificarlo anche dal nostro letto del dolore. Possiamo farlo con l’intenzione di preghiera di questo mese, che ci propone l’Ufficio Pastorale per la Salute: Signore ti preghiamo di sostenere le vocazioni al sacerdozio, al matrimonio e al laicato impegnato, perché i Cristiani non abbiano timore di testimoniare con la propria vita l’appartenenza a Cristo.

Ancora auguri di una gioiosa, serena e santa Pasqua.

(di Henricus Otten)