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Il cieco di Gerico – Chiara Luce Badano. Una “normale” ragazza morta diciottenne di cancro

21 aprile 2015 | 12:00
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Il cieco di Gerico – Chiara Luce Badano. Una “normale” ragazza morta diciottenne di cancro

Conoscere la sua storia ribalta il nostro orizzonte e ci incammina in un percorso di crescita umana e spirituale nuovo

Cosa avrà fatto per essere dichiarata Beata dalla Chiesa, e perché alla messa di ringraziamento, celebrata il 26 settembre 2010, nella Basilica San Paolo fuori le Mura erano presenti 200 sacerdoti, 14 vescovi, 3 cardinali ed il Segretario di Stato, oltre a migliaia di persone? A queste a tanti altri interrogativi desidero fornire risposta raccontando a puntate la breve vita della Beata, non limitandomi ad una fredda biografia, ma tramite la trascrizione di molti “piccoli” episodi che estrapolerò dai testi di Franz Coriasco e (“Dai tetti in giù” e “in viaggio con i Badano”) e Michele Zanzucci (“Io ho tutto”) editi da Città Nuova.

Chiara, la sua esperienza, testimonianza per molti, mostra l’altro Cielo di una sanità possibile, a portata di mano. Per questo le vicende semplici ci fanno conoscere una Chiara più vicina a noi, con le normali difficoltà quotidiane e anche con le scelte di vita radicali e impegnative. Sapere che qualcuno ce l’ha fatta è uno sprone per noi. E’ sempre stata più matura della sua età, “si rivela una donna forte e sapiente” ha precisato Mons. A. D’Amato, prefetto della Congregazione dei Santi. Una donna di soli 18 anni!

Conoscere la sua storia ribalta il nostro orizzonte e ci incammina in un percorso di crescita umana e spirituale nuovo.

A Sassello, paesino dell’entroterra ligure, abitano i Badano, Teresa e Ruggero. Lei lavora in una fabbrica di amaretti e lui fa il camionista. Dopo 11 anni di attesa finalmente Teresa resta incinta. Chiara nasce il 29 ottobre 1971. La gravidanza difficile ed il parto complicato, fanno sì che Chiaretta venga accolta come dono di Dio con una gioia immensa. Ruggero, severo nella giusta misura, le tramette l’amore per la verità, la giustizia e l’attenzione ai più umile; dalla mamma, invece, acquisisce la dolcezza, la tenace perseveranza e una grande fede. Questa premessa ci predispone e incuriosisce a conoscerla nell’infanzia e adolescenza.
A martedì prossimo, cari amici ammalati.

(di Henricus Otten)