Celebrata il 25 aprile la festa patronale di San Marco a Civezza






All’urlo del banditore, aprite le vostre case ai giovani del paese e loro vi porteranno musica, un sorriso e tanta …….. sete ! Con questa frase scritta su un manifesto affisso per tutta Civezza, si annuncia la “levata delle tavole”
Civezza. La cerimonia religiosa ha ha avuto il suo culmine con la processione del pomeriggio con la statua di San Marco portata per gli stretti carruggi del borgo e con la celebrazione dei vespri e il bacio alla reliquia con il celebranti Don Simone Ghersi, Don Giovanni Pinna, Don Stefano Mautene, fra Giorgio Michero, e il parroco Don Giorgio Vinciguerra e il seminarista nativo di Civezza Gian Luigi Peirano.
La statua del Santo è uscita dalla chiesa parrocchiale accompagnata dalle due confraternite del paese quella femminile e quella maschile, dai celebrati dalla banda musicale Santa Cecilia di Pietrabruna, da una delegazione di alpini della Valle del San Lorenzo.
La parte laica della giornata ha avuto il suo momento speciale con le “levata delle tavole” organizzata dall’associazione culturale San Marco di Civezza.
Che quest’anno, non per scelta dei soci ma per obblighi legislativi, ha dovuto sospendere l’organizzazione della classica Sagra delle Fave e Salame per la formazione dei volontari che lavorano e sacrificano il loro tempo per il bene del paese.
All’urlo del banditore, aprite le vostre case ai giovani del paese e loro vi porteranno musica, un sorriso e tanta …….. sete ! Con questa frase scritta su un manifesto affisso per tutta Civezza, si annuncia la “levata delle tavole”.
Un’usanza che affonda le sue radici in un passato molto remoto, in quella civiltà contadina che viveva con i tempi imposti dalla natura e dalle feste religiose, in cui le distanza erano calcolate a passi, è spostarsi da un paese all’altro della Valle del San Lorenzo era veramente un viaggio di alcune ore.In quei tempi lontani le feste erano un vero momento di aggregazione per le comunità e le famiglie, era consuetudine riunirsi con parenti e amici dei paesi vicini nelle proprie abitazioni per il pranzo che spesso proseguiva fino alla cena. A Civezza nel periodo prima della guerra mondiale durante la festa per carnevale i ragazzi del paese nel primo pomeriggio si riunivano in piccoli gruppi per girare nel paese alla ricerca di chi ancora era ancora seduto a tavola, e appunto all’urlo di uno di loro nominato banditore intimavano ai civezzini, di alzarsi dalle tavole per aprire a loro le proprie abitazione in cui avrebbero portato così tanta musica, un sorriso e tanta sete.
Gli anni bui della seconda guerra mondiale posero fine alla festa di carnevale e a questa tradizione . Solo negli anni 70 del ventesimo secolo fu riproposto questo rito, grazie all’associazione Gruppo Culturale San Marco, il rito, rimasto quasi immutato nella forma originale cambia però la data e viene proposto durante la festa patronale di San Marco il 25 Aprile.
Il ritrovo è nella piazza principale del paese, si radunano i musicanti, si decidono i banditori , e poi via, si parte dalla casa del Sindaco, poi tocca ai preti radunati in canonica, e poi via secondo uno schema tutto da inventare. Oggi ad affiancare i ragazzi del paese sono però i musicisti di alcune delle principali bande del ponente ligure guidate in questa occasione dal maestro Daniel Conio, ma i civezzini non devono solo alzarsi dalle tavole e aprire le proprie case per offrire a questi musicanti bevande e cibo ma ha loro malgrado viene chiesto un obolo che servirà per organizzare le feste estive in paese.
Guido Ferri presidente del Gruppo Culturale San Marco che appunto ha organizzato questo rito alla fine della serata fa il punto dell’incasso che pur essendo inferiore agli altri anni supera i 1500 euro che saranno usati dall’associazione per organizzare il 13 agosto la 25° edizione del “Plenilunio d’Agosto”, attesa manifestazione che ogni anno richiama migliaia di presenze nel piccolo borgo per l’appuntamento con “i Concerti della Luna”, la notte più lunga e divertente dell’estate.