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PerCorso – Amicone Luigi “Non basta parlare. Bisogna parlare seriamente” – Il VIDEO

16 marzo 2015 | 09:50
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PerCorso – Amicone Luigi “Non basta parlare. Bisogna parlare seriamente” – Il VIDEO

Il rischio, che per tanti purtroppo è una quotidiana realtà, è che trionfi il diritto alla pubblicazione a prescindere che si produca del bene o del male e questo non va bene, perché la notizia dev’essere si funzionale… ma funzionale al bene

Si è svolto mercoledì 11 presso i locali della Curia Vescovile di San Remo il nuovo appuntamento con PerCorso, la serie di incontri organizzati dal vescovo Antonio.

Relatore della serata il giornalista Luigi Amicone che ha presentato il tema: “Non basta parlare. Bisogna parlare seriamente”.
Fin dall’inizio il relatore ha accostato il mondo della giustizia e della legalità con quello del giornalismo, affermando che le professioni del magistrato e del giornalista hanno bisogno di una collaborazione sistematica ma senza sovrapposizioni, ossia, è necessario che non ci siano magistrati che si espongano mediaticamente come giornalisti e viceversa giornalisti che fanno circolare frutti di lavori altrui. Mentre il diritto all’informazione in un veicolo di informazioni unilaterali è l’impronta che, a parere di Amicone, ha marchiato la storia italiana degli ultimi vent’anni, portando i giornalisti a fare notizie che riguardano solo sentimenti regressivi.

<Personalmente – continua il relatore – ho scelto di fare il giornalista dopo che avevo avviato una carriera da insegnante (di religione prima e di lettere poi) e ho iniziato a collaborare con un giornale cattolico inviato all’estero. Questo mio particolare accesso alla professione mi ha permesso di entrare nella vita dei popoli raccontando le loro storie e facendo un giornalismo basato sull’identità di essere cristiano, ossia dando più importanza alle persone e ai fatti che non alle mie ideologie o pensieri. L’educazione cristiana, infatti, non mi ha dato la preoccupazione di cercare motivi spirituali nelle cose ma mi ha dato l’impostazione che la realtà è qualcosa di positivo che non nasce dall’assurdo ma da un’origine buona che è la Creazione di Dio. I giornalisti, ricchi di negatività e sbagliando, partono dal presupposto che il mondo sia un posto da cambiare e la realtà vada “aggiustata” mentre per me il cristianesimo mi ha dato la forza e l’antidoto a questo realismo pessimista permettendomi di immettermi nelle vicende con apertura ed umiltà, rendendomi pronto a valorizzare ciò che c’è di positivo>.

Fare giornalismo oggi deve, quindi, recuperare livelli di dialogo sulla realtà delle cose e delle persone, anche se non è facile. Per questo vanno date notizie di qualità e non di quantità diversamente si diventa meri venditori o forse, ancor peggio, spacciatori di parole e stimoli che vengono poi gestiti dai grandi apparati politici e/o mediatici a fine di puro interesse personale e non comune.

In una società in cui ci sono bravi avvocati in grado di far assolvere i peggiori assassini, la chiesa cattolica rappresenta, secondo il relatore, l’ultimo baluardo di richiamo alla realtà positiva, infatti, si può andare in qualsiasi luogo e tempo del mondo e della storia e si ci accorgerà che l’unico punto su cui si può costruire è Dio. Oggi, invece, si è sempre più invitati a costruire in laboratorio false realtà piuttosto che investire sulla verità e presentare immagini photoshoppate invece di fotografie autentiche.

La maggior parte dei giornalisti e, più in generale della gente, non comprende che la realtà può essere raccontata nella sua verità senza prendere di cambiare, accentuare o, ancor peggio falsare, aspetti specifici solo per “fare notizia”.

Le notizie devono corrispondere al bene della gente e non solo provocare per “fare numero” al fine di aumentare le vendite. Il rischio, che per tanti purtroppo è una quotidiana realtà, è che trionfi il diritto alla pubblicazione a prescindere che si produca del bene o del male e questo non va bene, perché la notizia dev’essere si funzionale… ma funzionale al bene!

Il video di PierLuigi Balestra: