Spazio Giovani

“Chi cercate?” – Il Percorso dell’uomo. La rubrica per i più giovani

19 marzo 2015 | 07:02
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“Chi cercate?” – Il Percorso dell’uomo. La rubrica per i più giovani

Dopo il “Che cercate?” di Gesù ai discepoli, dopo la scoperta che l’uomo è “domanda”, dopo l’invito a scoprire che “la gioia del Vangelo riempie il cuore”, oggi ci interroghiamo sul percorso dell’uomo “postmoderno” e sulla sua ricerca di senso

Quando arriva il momento del nostro appuntamento settimanale, mi domando in quale modo posso rivolgermi a coloro che leggeranno queste righe. Non per escogitare qualcosa di strabiliante che colpisca, ma piuttosto per cogliere nella quotidianità il "luogo" in cui incontrarci.

Come un "varco", simile a quello di Eugenio Montale, ma che si apra però alla speranza che nella realtà sia spesso celata una bellezza che non siamo capaci di cogliere. E provo ad immaginare il volto che mi sta davanti, l’interlocutore con cui mi confronto, la lettrice che con cui condividere quello che porto nel cuore.

Nell’incontro col volto dell’altro scopro un richiamo a scoprire la mia responsabilità nei suoi confronti, mentre la violenza nasce dal rifiuto di guardarlo (Emmanuel Lévinas).

Mi direte che oggi la prendo un po’ alta; avete ragione. Ma il richiamo a questi due grandi personaggi ha un duplice scopo.
Innanzitutto è un invito a confrontarsi con pensatori che ci aiutano a comprendere quello che siamo, attraverso percorsi che forse sembreranno fuori moda, come la poesia e la filosofia. Inoltre ci invitano a coltivare in noi il desiderio di crescere.

Per chi è giovane (non solo anagraficamente) il mondo è una scoperta continua e il desiderio di conoscere e di sperimentare riempie il cuore come quel fuoco "sacro" che anima il poeta o il pensatore. E a volte, con con uno stupore pieno di gratitudine, ci imbattiamo in una frase, un pensiero, che riesce a dire quello che ci portiamo in cuore, ma restava inespresso: perché ci mancavano le parole per rivestirlo. Per Pascoli il poeta è "colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta".

Così, quel pensiero nel quale ci riconosciamo, diventa una indicazione da seguire, una parola che ci aiuta a comprendere non solo noi stessi, ma anche la realtà.
Allora oggi vorrei proprio fare un invito a saper cogliere, attraverso l’esperienza di chi ci ha preceduto, il significato del vivere. Ho cercato di dirlo, nei diversi articoli, in forme diverse.

Dopo il "Che cercate?" di Gesù ai discepoli, dopo la scoperta che l’uomo è "domanda", dopo l’invito a scoprire che "la gioia del Vangelo riempie il cuore", oggi ci interroghiamo sul percorso dell’uomo "postmoderno" e sulla sua ricerca di senso.

La cultura – in tutte le sue espressioni – cerca di dare una sua interpretazione del mondo; così la musica, le arti figurative e, come abbiamo detto, anche la filosofia e la poesia si interrogano sull’uomo e sul suo destino.
Perché questo è il vero punto: il nostro destino. Una domanda che non possiamo eludere e che ci costringe a rispondere in qualche modo.

La scommessa di Pascal è ancora di fronte a noi.
"Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male…" (Deuteronomio 30,15)

(di Nuccio Garibaldi)