Allergia alle fave: a Vallecrosia il comune corre ai ripari e intima la rimozione delle piante

24 marzo 2015 | 16:41
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Allergia alle fave: a Vallecrosia il comune corre ai ripari e intima la rimozione delle piante

A questo proposito un’abitante di Vallecrosia M.V. affetta da favismo ha presentato una richiesta in municipio contro la coltura di fave nei luoghi che la donna frequenta, ossia via San Rocco

L’allergia alle fave ossia il cosiddetto favismo può causare diversi effetti collaterali alle persone, visto che il solo contatto con fave-piselli e fagioli e/o pollini, può causare gravi crisi emolitiche tali da mettere seriamente in pericolo la vita del soggetto affetto da questa grave malattia. A questo proposito un’abitante di Vallecrosia M.V. affetta da favismo ha presentato una richiesta in municipio contro la coltura di fave nei luoghi che la donna frequenta, ossia via San Rocco, fondazione Rachele Zitomirski. Passando quotidianamente in quella zona la donna potrebbe essere esposta ai pollini delle piante e causare una grave anemia.

Pertanto il sindaco di Vallecrosia ha emesso un’ordinanza ben specifica per tutelare la salute pubblica di quei cittadini affetti da favismo. Quindi è stato emanato il divieto assoluto di coltivazione di fave-piselli e fagioli nel raggio di 300 metri in linea d’aria dalla Fondazione Residenza Protetta Rachele Zitomirski. I proprietari dei fondi in cui sono presenti queste coltivazioni hanno tempo 10 giorni per rimuovere il tutto e la vendita delle fave può essere effettuata negli esercizi commerciali di Vallecrosia a patto che vengano posti dei cartelli con su scritto "Avviso per i cittadini a rischio di crisi emolitica da favismo; in questo esercizio commerciale sono in vendita (sono esposte) fave fresche".

In mancanza di una normativa nazionale in merito, tocca ai sindaci emanare provvedimenti atti a prevenire situazioni di grave pericolo per i cittadini.