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75° anniversario della morte di San Luigi Orione: la celebrazione

16 marzo 2015 | 08:15
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75° anniversario della morte di San Luigi Orione: la celebrazione
75° anniversario della morte di San Luigi Orione: la celebrazione
75° anniversario della morte di San Luigi Orione: la celebrazione
75° anniversario della morte di San Luigi Orione: la celebrazione
75° anniversario della morte di San Luigi Orione: la celebrazione
75° anniversario della morte di San Luigi Orione: la celebrazione

Hanno presenziato alcune autorità civili e militari: per l’Amministrazione comunale era presente l’assessore alle Politiche sociali Costanza Pireri che, a nome del Sindaco e della città, ha ringraziato il cardinale e tutti i presenti

Con la S. Messa nella chiesa di Santa Maria degli Angeli presieduta dal card. SEVERINO POLETTo, arcivescovo emerito di Torino, si sono concluse stamani le celebrazioni organizzate dall’Opera Don Orione dalla diocesi di Ventimiglia – San Remo, con il patrocinio del Comune, per commemorare il sacerdote canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 2004.

Il 12 marzo del 1940 – anche allora caduto come quest’anno di giovedì – nella cameretta di Villa Santa Clodilde si spense la vita terrena di don Orione, quest’anno nel 75° anniversario il 12 si è tenuta la conferenza "Don Orione, un dono per la Chiesa" al Teatro Casinò di Sanremo. Mentre il 15 marzo – caduto di domenica come quest’anno – si sono celebrati, nella stessa chiesa parrocchiale in cui oggi ci ritroviamo per la commemorazione, le esequie del Santo.

Don Luigino Brolese, direttore dell’Opera Don Orione di San Remo ringraziando il Card. Poletto per la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica, riporta le testimonianza dei fedeli presenti ai funerali 75 anni prima: "C’era talmente tanta gente che quando il corteo funebre è arrivato alla chiesa degli Angeli, la salma di Don Orione doveva ancora partire dalla cameretta".

A presiedere la Solenne Celebrazione Eucaristica è stato il Card. Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino, presenti alcuni confratelli della diocesi ed altri provenienti dalle case orionine.

Hanno presenziato alcune autorità civili e militari: per l’Amministrazione comunale era presente l’assessore alle Politiche sociali Costanza Pireri che, a nome del Sindaco e della città, ha ringraziato il cardinale e tutti i presenti. “Don Orione – ha detto – è un Santo a cui ci rivolgiamo con affetto; il suo cuore pulsa in mezzo a noi, nella convinzione che sia di conforto e di aiuto soprattutto alle persone in difficoltà, ai deboli e ai poveri a cui lui era così vicino”.

Il cardinale Poletto ha auspicato che Sanremo senta forte il legame con Don Orione, città in cui le opere intraprese dal santo continuano ancora oggi. Poletto, inoltre, sottolineando le umili origini del santo, figlio di un selciaio, ha ricordato “quando ero vescovo ad Asti, mi veniva ricordato che le strade acciottolate della parrocchia di Agliana su cui camminavamo erano state fatte dal giovane Luigi e dal padre, con cui il futuro santo aveva lavorato per un paio di anni”.

Don Luigino Brolese, direttore dell’Opera Don Orione di Sanremo, ha posto l’accento sulla folla che a Sanremo partecipò al funerale del sacerdote. “E’ straordinario – ha commentato – come la gente accorse in massa per la fama del religioso. Lo dimostrano non solo le
foto ma anche i video dell’epoca. Un seguito che non si fermò a Sanremo ma che continuò anche in tutte le cittadine rivierasche dove il
feretro fece tappa prima di raggiungere Milano prima e Tortona poi, dove venne tumulato, a testimoniare come la scomparsa dell’umile sacerdote sconvolse l’Italia tutta”.

Infine, la presenza del GRUPPO MUSICALE DON ORIONE di Borgonovo Val Tidone, con i suoi musicisti e majorettes, che, nonostante le condizioni meteo, è comunque riuscito ad esibirsi e a regalare un momento di vivacità e di allegria lungo le strade del centro cittadino, testimonia il profondo legame che Don Orione aveva con Borgonovo. E’, infatti, in questo paese, dove c’era un collegio che ospitava i bambini orfani o poveri di cui don Orione si prese cura, che lui avrebbe voluto morire.