Sacro Cuore di Bussana |
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Don Francesco Lombardi commemorato a Bussana

17 febbraio 2015 | 08:53
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Don Francesco Lombardi commemorato a Bussana
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Don Francesco Lombardi commemorato a Bussana
Don Francesco Lombardi commemorato a Bussana
Don Francesco Lombardi commemorato a Bussana
Don Francesco Lombardi commemorato a Bussana

Alla Messa Prefestiva di sabato 14 febbraio e alle Messe festive della domenica 15 febbraio il Postulatore della Causa di beatificazione di Don Lombardi ha parlato ai fedeli della figura del Servo di Dio, del suo zelo per la devozione al Sacro Cuore

Venerdì 13 febbraio, nel saluto ai convenuti per il 93° anniversario della morte del Servo di Dio Don Francesco Lombardi, Don Alfredo, che è all’esordio del suo servizio pastorale a Bussana, non esitava di presentare come un “evento” questa circostanza che pure ha una cadenza ormai quasi centenaria. Ed in effetti ha dato un rilievo particolare all’avvenimento la presenza del nostro Vescovo, del Postulare della Causa di Beatificazione del Servo di Dio e , con il loro Rettore, anche, per la prima volta, la presenza dei Seminaristi desiderosi dei rendere omaggio alla figura eccezionale di un sacerdote che diede lustro alla nostra Diocesi.

All’altare per la Concelebrazione si sono trovati con il Vescovo diocesano Mons. Antonio Suetta, oltre ai tre sacerdoti della Comunità di Bussana, il Postulatore Padre Jose Carlos Brinon, e il Rettore del Seminario diocesano Don Ferruccio Bortolotto.

“Noi questa sera celebriamo questa Eucaristia che in se stessa è rendimento di grazie – dìceva Mons,. Vescovo all’Omelia – per dire la nostra riconoscenza a Dio per il dono, la persona, il servizio, la testimonianza di Don Francesco Lombardi che fa risplendere la nostra Chiesa diocesana con la luce della sua santità. Noi ringraziamo Dio perché in questa parrocchia e a partire da questa parrocchia nella nostra Diocesi e nella Chiesa è passata la forza e la tenerezza di Dio nell’opera pastorale di Don Lombardi”.

E veramente “Iniziando la sua missione in questa Parrocchia – proseguiva Sua Ecc,za – Don Lombardi metteva nelle mani e nel cuore di Dio il chiaro proposito di imitare l’esempio e di seguire l’insegnamento di Gesù Buon Pastore”.

A dir vero – ricordava – quando egli, giovane sacerdote, era stato mandato allo sbaraglio in una Bussana che era in agitazione e dove nessuno voleva andare, pur manifestando la volontà di affrontare le difficoltà della missione aveva anche confessato umilmente di sentirsi inadeguato. Ma proprio per questo “noi possiamo vedere nella sua vita la cifra inconfondibile di autenticità dello stile di Dio che è quello di scegliere le persone più umili quasi a sorpresa, rispetto alle aspettative delle persone stesse e degli altri, per i suoi misteriosi disegni”.

“Questa forma di umiltà autentica, evangelica, giusta – osservava – è davvero il segreto che Dio mette nella vita e nel cuore delle persone che egli sceglie per compiere le sue meraviglie. E difatti nella vita di Don Lombardi, al di là della straordinarietà con cui egli ha vissuto quotidianamente il suo ministero ordinario fatto con amore, con puntualità, con una capacità di incontro personale e di dono totale è davvero successo qualcosa di straordinario. Qualcosa di straordinario che è iniziato con un evento doloroso, l’evento del terremoto e a seguito del terremoto ha dato luogo alla costruzione di questa chiesa.

Nella sua predica di inizio ministero Don Lombardi aveva detto che si sarebbe anche speso con tutte le forze per lo splendore e la magnificenza della casa di Dio: quella casa dove egli aveva incominciato il suo servizio pastorale era ormai inservibile e allora nelle sue mani e nel suo cuore è fiorito questo Santuario che non doveva essere, nelle sue intenzioni, la chiesa sufficiente per la comunità ma che voleva essere un atto di ringraziamento, un atto di lode a Dio , quasi lo scioglimento di un voto per la protezione di Dio, per i doni di Dio, per la provvidenza di Dio e nello stesso tempo, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, doveva essere un Santuario dal quale irradiare nella Chiesa, nel popolo cristiano, la conoscenza dell’insondabile mistero del Cuore di Dio, mistero di amore, mistero di sacrificio, mistero di tenerezza con cui Dio raggiunge l’uomo.

“Egli – commentava ulteriormente il Vescovo – che si riteneva incapace e non all’altezza dei compiti ha fatto dunque, anche dal punto di vista materiale, cose straordinarie: sembra che Dio abbia preso davvero sul serio quel suo proposito di rendere splendida la sua casa, ha fatto cose straordinarie in mezzo alla gente, cose che soltanto la fantasia di una carità ardente poteva pensare: il suo servizio ai poveri, il suo impegno di promozione sociale e la fedeltà continua nello star vicino alla sua gente”.

Ma tutte queste cose, che fanno parte della cronaca concreta del fare, prendono senso profondo nell’azione di Don Lombardi nella motivazione di fondo del suo operare: “L’altra prospettiva: quella che tutto muoveva nel suo servizio di prete e che è stata il sigillo inconfondibile della presenza di Dio nella sua vita, era la preoccupazione di una cosa soltanto e soltanto per quella egli lavorava: la salvezza delle anime”.

Un aspetto fondamentale, questo, che il Vescovo aveva già voluto sottolineare nell’esordio del suo dire facendo risuonare “nella comunità che fu sua” un significativo passo della predica d’ingresso, un passo che esprimeva il culmine dalla sua ansia pastorale: la cura dei moribondi, la totale disponibilità per raddoppiare gli sforzi “a deludere quelli del comune nemico essendo troppo persuaso quanto sia facile in quegli ultimi momenti che un’anima si salvi ovvero si perda eternamente”. Passaggio decisivo, unico della vita, cui dedicare tutto il tempo, tutto lo sforzo per accompagnare l’anima all’incontro con Dio.

E se questa fondamentale prospettiva, orientata alle cose invisibili che sono eterne dava incremento, da una parte, alle occupazioni anche materiali della sua carità di pastore, rassodava, dall’altra, la fermezza della sua scelta di fondo: il riferirsi a Dio senza tentennamenti. Il Vescovo sottolineava in proposito una caratteristica del suo stile pastorale che potrebbe essere espressa, nel linguaggio biblico, con la parola “paresia” (franchezza).

Uomo forte si ispirò alle esortazioni di Paolo al discepolo Timoteo: esorta, insisti, richiama insegna in ogni occasione opportuna e non opportuna . “Don Lombardi ha fatto così: – proseguiva il Vescovo – convinto fondamentalmente che bisogna riferirsi unicamente a Dio, non è mai stato reticente nel dire la vertà di Dio. E facendo così è stato amato da Dio, benedetto da Dio, sostenuto da Dio e anche apprezzato e amato dagli uomini”.

“Noi sappiamo – concludeva – che Don Lombardi ora è in Paradiso, citando il santo Curato d’Ars lui diceva che avremo tempo a riposarci in Paradiso, ora è lui a godere del dono di Dio e certamente veglia su questa comunità, su questa Chiesa diocesana e noi ringraziamo Dio di avercelo dato e di avercelo lasciato anche ora con la sua fraterna intercessione per il nostro cammino nella vita e nella fede”.

Alla Messa Prefestiva di sabato 14 febbraio e alle Messe festive della domenica 15 febbraio il Postulatore della Causa di beatificazione di Don Lombardi ha parlato ai fedeli della figura del Servo di Dio, del suo zelo per la devozione al Sacro Cuore, della carità con cui si è totalmente dedicato alla sua gente. Ha accennato poi alla propria funzione e al proprio lavoro di Postulatore, ma soprattutto ha esortato i fedeli a farsi sostenitori della Causa pregando Iddio di glorificare il Suo Servo ed invocando l’intercessione di Don Lombardi per ottenere grazie e favori.