Unità dei cristiani: il messaggio di Padre Claudio Mihai, ministro della Chiesa Ortodossa Romena
Noi di Diocesi24 abbiamo voluto aderire all’iniziativa raggiungendo telefonicamente i ministri delle diverse Chiese per raccogliere un messaggio di unità tra le diverse chiese cristiane
In questa particolare Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani con il tema: “Dammi un po’ d’acqua da bere” (Gv 4,7), che offre un tempo di riflessione e promuove le preghiere e gli incontri di carattere ecumenico, noi di Diocesi24 abbiamo voluto aderire all’iniziativa raggiungendo telefonicamente i ministri delle diverse Chiese per raccogliere un messaggio di unità tra le diverse chiese cristiane.
Ad essere stato raggiunto telefonicamente oggi è Padre Claudio Mihai, ministro della Chiesa Ortodossa Romena
Molto bello l’incontro in fraternità di lunedì sera ma nella realtà quotidiana quali sono i progetti attuati dalla Chiesa Ortodossa Romena?
La chiesa di San Remo è il fulcro centrale della nostra comunità che si estende da Ventimiglia fino ad Albenga, in quest’ultima città da poco abbiamo fatto il primo incontro ecumenico con le altre realtà locali nella Cappella dedicata a San Luca Evangelista aperta l’anno scorso. Un primo passo nuovo ma molto importante, perché dove non c’era nulla si sentiva maggiormente il bisogno di scoprire un contatto ecumenico per imparare dal confronto reciproco.
In questo periodo di guerre e scontri quali progetti si possono attuare per l’unità dei cristiani?
Sicuramente il percorso dell’ecumenismo non è semplice e va attuato ogni giorno con pazienza e dialogo. Sono molto contento perché il prossimo incontro, che sarà nel periodo di Pentecoste, verrà ospitato nella nostra chiesa un grande passo per la nostra piccola comunità.
C’è sicuramente bisogno di formazione, di mantenere sempre vivi i contatti, soprattutto con i giovani, e aprirsi sempre di più ad una comunicazione attiva per essere un’unica chiesa missionaria.
Un messaggio ecumenico per l’unità dei cristiani?
Dobbiamo imparare ad essere vicini e a camminare insieme perché se non lo facciamo adesso che ci sono i contatti e le comunicazioni invece di andare avanti ci chiudiamo non solo verso noi stessi ma anche verso gli altri, impoverendoci non solo nelle comunicazioni ma anche nelle singole chiese.