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Strage al giornale, Parigi scende in piazza

7 gennaio 2015 | 18:39
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Strage al giornale, Parigi scende in piazza

Raduni di solidarietà. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la Francia, da Parigi a Grenoble, da Nizza a Toulouse, per solidarietà dopo l’attentato alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo.

La Francia e il mondo sotto choc dopo la strage nella sede del settimanale satirico parigino Charles Hebdo. Tra le 12 vittime (2 sono poliziotti) ci sono anche le figure emblematiche del giornale, lo "storico" vignettista Cabu e il direttore Charb, e i vignettisti George Wolinski, 80 anni, e "Tignous" Bernard Verlhac, 58 anni. Uccisi anche un addetto alla manutenzione, un ospite e l’economista Bernard Maris, che teneva una rubrica sul giornale. I feriti sono 11, di cui 4 in gravi condizioni.

Raduni di solidarietà. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la Francia, da Parigi a Grenoble, da Nizza a Toulouse, per solidarietà dopo l’attentato alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. In oltre 5mila si sono radunati in Place de la République a Parigi, per la manifestazione convocata dal sindacato dei giornalisti, con in mano penne levate al cielo, simbolo della libertà di espressione. Manifestazioni a Lione, dove sono scese in piazza almeno 10mila persone, Grenoble, Nizza, Marsiglia, Bordeaux e Toulouse. Migliaia di persone, attraverso i social network, si stanno dando appuntamento anche in altre città europee per dar vita a marce pacifiche in favore della libertà di stampa. Per giovedì alle 17 il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha invitato "tutti i repubblicani" a marciare in silenzio.

L’irruzione e il massacro. Mercoledì mattina tre uomini incappucciati e vestiti di nero sono penetrati nella sede del giornale, noto per le sue vignette satiriche e provocatorie, hanno fatto irruzione in varie redazioni urlando "Allah Akbar" e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov. Pare che conoscessero i nomi di almeno alcuni dei giornalisti. Lo confermerebbe il fatto che tra le vittime (erano presenti circa 40 giornalisti) figurino proprio le figure "storiche" del giornale, a partire dal direttore e da alcuni vignettisti. I killer si sono poi allontanati con un’auto che è stata ritrovata per strada nel 19/o arrondissement, estremità nordest della capitale. Secondo alcune testimonianze, in un primo momento avevano sbagliato indirizzo entrando prima al numero 6 di rue Nicolas Appert, mentre la sede del settimanale si trova al numero 10. Nella fuga i tre killer hanno sparato anche a due poliziotti. Uno di loro era a terra ferito, aveva alzato la mano per chiedere pietà ma invano: l’assassino gli è passato a fianco freddandolo. Immagini di questa terribile scena sonostati catturati da una telecamera, ma Avvenire.it ha deciso di non pubblicarlo per l’estrema crudezza e per rispetto della vittima. Uno dei due poliziotti aveva 49 anni ed era la scorta del direttore, l’altro, quello freddato dal killer, aveva 42 anni si chiamava Ahmed.

La testimonianza. La disegnatrice Corinne Rey, detta Coco, che stava arrivando al giornale, ha raccontato di essere stata minacciata da uomini incappucciati davanti alla porta della sede. "Volevano entrare, salire. Ho digitato il codice". "Hanno sparato contro Wolinski, Cabu… …è durata cinque minuti. Mi ero rifugiata sotto una scrivania… parlavano perfettamente francese e dicevano di essere di al-Qaeda".

Giornalisti in fuga sui tetti. Secondo le drammatiche immagini riprese dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions, gli attentatori avrebbero gridato "Vendicheremo il profeta". Un particolare che sembrerebbe confermare l’ipotesi di un attentato di matrice islamica. Da tempo il giornale era nel mirino dei fondamentalisti, a causa di alcune vignette considerate offensive per l’islam.

In televisione un testimone dice di aver visto l’agguato da un palazzo vicino: di aver notato due uomini incappucciati entrare nell’edificio, di aver udito poco dopo numerosi colpi da sparo e poi visto i due uomini allontanarsi di corsa. La fuga del commando è stata confermata dalla polizia: i due uomini armati sono riusciti a scappare, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. Posti di blocco sono organizzati in tutta Parigi.

La satira sull’islam. Sulla copertina dell’ultimo numero di Charlie Hebdo campeggia una foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi "Sottomissione", che racconta l’arrivo al potere in Francia un presidente islamico.
Sull’account twitter del giornale era stato pubblicato, appena un quarto d’ora prima dell’agguato, una vignetta che irrideva il califfo dello Stato islamico al Baghdad.

Alle 20 parla Hollande. Il presidente della Repubblica, François Hollande, ha annunciato che parlerà alla nazione alle 20. In mattinata si è recato sul luogo del massacro, preceduto dal primo ministro Valls. Hollande ha parlato di un attacco contro la libertà: "la Francia è oggi sotto choc per un attentato terroristico, perché di questo si tratta" ha detto Hollande rivelando che nelle ultime settimane sono stati sventati altri attentati. Convocato un vertice all’Eliseo con tutti i ministri. Il presidente ha assicurato che la Francia farà di tutto per trovare i colpevoli. Il governo ha deciso l’immediato aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta l’Ile-de-France, la regione di Parigi. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali.

Un attentato nel 2011. Già qualche anno fa, nel novembre del 2011, la redazione di Charlie Hebdo era stata colpita da una bomba molotov alla vigilia della pubblicazione di uno «speciale» dedicato alla vittoria degli islamisti di Ennahda nelle elezioni in Tunisia: «Maometto direttore responsabile di Charia Hebdo» recitava il comunicato stampa che presentava l’iniziativa.  

(da AVVENIRE ONLINE)

La redazione di Riviera24 si unisce al dolore dei colleghi francesi e non solo. E’ un grave atto barbaro che è andato a minare la libertà di espressione. #jesuischarlie