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Sanremo
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L’umiltà: una virtù sempre più dimenticata

9 gennaio 2015 | 14:42
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L’umiltà: una virtù sempre più dimenticata

La superbia, madre dell’individualismo e dell’indifferenza, non sopporta di essere governata da interventi di persone e di norme etiche, giudicate lesive della libertà.

Oggi una virtù dimenticata e scartata è, senza ombra di dubbio, l’umiltà. Di questo fatto sono parecchi i motivi e le cause a cominciare da una erronea concezione dell’umiltà, che nella considerazione largamente diffusa, viene ritenuta una menomazione della propria autonomia e libertà.

Un simile giudizio, in particolare, nell’odierno contesto culturale porta a rifiutare decisamente l’umiltà, in quanto ritenuta una forma di servilismo e di abbassamento dell’autostima personale. Questa al contrario dà origine e giustifica gli atteggiamenti di arroganza e di strumentalizzazione del prossimo, con il rifiuto delle più elementari regole della convivenza sociale pur di raggiungere i propri scopi e interessi.

La superbia, madre dell’individualismo e dell’indifferenza, non sopporta di essere governata da interventi di persone e di norme etiche, giudicate lesive della libertà. In un altro contesto storico culturale si ha un’altra convinzione: “Non esiste uomo più libero di colui che ha lasciato tutto per mettersi all’ultimo posto”. Questa considerazione si trova in un libro, “L’imitazione di Cristo”, che ha costituito il nutrimento etico-spirituale di intere generazioni, a partire dalla fine del Medio Evo e che ancora conserva la sua attualità, perché fondata sull’insegnamento e sulla testimonianza di vita del Signore Gesù.

Alla scuola di Gesù hanno attinto i “maestri” di vita cristiana come Isacco di Ninive (sec. VII . C.), che scrive: “L’umiltà raccoglie sempre compassione; mentre la durezza di cuore e la mancanza di fede raccolgono sempre eventi duri ed imprevisti, finché all’improvviso insorge contro di loro il Male ed esse sono consegnate al giudizio finale”.

Davanti a queste affermazioni il miscredente, l’agnostico, l’individualista potranno sorridere, ma constatata la situazione caotica nella quale ci troviamo a vivere, è il caso di prenderle in considerazione per impostare in modo e con atteggiamento diverso le nostre relazioni, memori di un antico proverbio italiano: “All’umiltà felicità, all’orgoglio calamità”.

DON GIACOMO SIMONETTI