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Le parole del vescovo nell’ultima messa del 2014 e l’inizio nella festa di Maria Madre di Dio

1 gennaio 2015 | 18:58
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Le parole del vescovo nell’ultima messa del 2014 e l’inizio nella festa di Maria Madre di Dio

L’invito del vescovo è quello di guardare il nuovo anno con fiducia nel segno della nascita del Signore Gesù in mezzo ai pastori e in mezzo al popolo e in questa prospettiva orientarsi nel cammino della nostra vita e dell’intera storia dell’umanità.

L’anno duemilaquattordici si è concluso con la celebrazione della Santa Messa e l’acclamazione del Te Deum, inno di ringraziamento, che si apre con la lode “Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore” e termina con una professione di fiducia “Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno” e vuole essere un’occasione per ricordare a ciascuno che, anche in mezzo alle difficoltà, alle sofferenze e alle prove, la vita e il tempo sono doni veri e autentici dell’Amore di Dio per ciascuno e motivo di sincera gratitudine.

Il vescovo diocesano, S. Ecc. Mons. Antonio Suetta, durante la Celebrazione Eucaristica nell’ultimo giorno dell’anno ha ricordato a tutti i fedeli che sempre più spesso la modernità invita a fare pronostici su calcoli di probabilità umana e molto più spesso osservando le stelle o lasciandosi influenzare dalla credenza in un destino effimero mentre è fondamentale per tutti coloro che si professano cristiani avere fiducia in Dio e iniziare il cammino del nuovo anno con la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che ancora una volta invita a fissare lo sguardo sulla fede e lascia nel cuore di ciascun fedele un segno, quello che gli angeli hanno consegnato ai pastori dicendo loro: “Troverete un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia”.
Nella pagina del vangelo che è stata proclamata nella sera del 31 dicembre è stato possibile sentir ripetere il nome che è stato dato a questo bambino: Gesù, che significa Dio è salvezza.

<Dio è l’unico salvatore della nostra vita – continua il presule – e allora non ci sono oroscopi o pronostici, c’è soltanto una cifra, che ci consente di decifrare in maniera autentica il mistero della nostra vita e questa cifra è proprio Gesù, il figlio di Dio, che si è fatto carne ed è venuto ad abitare, cioè a piantare la sua tenda, in mezzo a noi e ci dice che nelle pieghe della nostra esistenza abita Dio. Noi, suoi fedeli, benediciamo Dio per i suoi doni, cioè diciamo bene di lui, così come Dio dice bene di noi.

In questo fine d’anno, dobbiamo ricordare che Dio dice il suo progetto su di noi, dice la fiducia che riversa sulla nostra vita e nel nostro cuore, dice il suo disegno di bene, di felicità e di speranza. E, ancora, dice l’impegno che il Signore ci affida per essere fedeli al suo progetto. In questo progetto e con questo impegno iniziamo il nuovo anno che si apre con la celebrazione della Giornata Mondiale della pace, che quest’anno ha per motto: “Non dite schiavi, ma fratelli” e anche questa battuta sintetica ma densa racconta del progetto di Dio, che vuole la comunità umana unita come una famiglia formata dai suoi figli.>

L’invito del vescovo è quello di guardare il nuovo anno con fiducia nel segno della nascita del Signore Gesù in mezzo ai pastori e in mezzo al popolo e in questa prospettiva orientarsi nel cammino della nostra vita e dell’intera storia dell’umanità. Il suo augurio è che, in questo cammino, ciascun fedele si lasci prendere per mano da Maria, che nell’ottava del Natale noi celebriamo nel mistero della sua divina maternità, si lasci accompagnare da Lei e si lasci insegnare a fare quello che il Vangelo ci ha ricordato di lei, Maria meditava tutte queste cose conservandole nel suo cuore.
Talvolta il verbo che il vangelo usa per dire questa attitudine spirituale richiama poi il lavoro di chi dovendo comporre un’immagine accosta le varie tessere del mosaico.

<Ci vuole uno sguardo attento, uno guardo fisso all’immagine che si vuol realizzare, uno sguardo ricco di attenzione per scrutare nel mucchio delle tessere quali sono quelle da scegliere e quali quelle da accostare. – conclude il vescovo – E così è nel mistero della nostra umanità, se noi teniamo fisso lo sguardo al Signore Gesù che è il salvatore ed è il tesoro della nostra esistenza allora riusciremo con più facilità e più gusto, che vuol dire sapienza, con più gioia, ad accostare le tante tessere che la vita mette a nostra disposizione e a portata di mano per realizzare la nostra esistenza secondo il progetto di Dio. Maria ci aiuti a riconoscere la luce di Dio che risplende sul nostro volto e ci aiuti ad essere come i pastori buoni testimoni di tutto ciò che abbiamo udito e visto>.