La famiglia: fondamento cristiano di ogni società

Ad anno nuovo, appena iniziato, è opportuno riflettere su un pensiero di un anonimo: “Un credente vive prima di tutto nella sua famiglia la novità della fede.

La famiglia è il centro di ogni problema e il centro della risoluzione di ogni problema. Se le famiglie sono malate, anche la società è malata; se le famiglie fossero nella pace, tutta la società sarebbe nella pace. E’ nella famiglia che si impara ad amare e, purtroppo, anche ad odiare”. Sottolineare l’importanza fondamentale della famiglia è più che mai doveroso in questo tempo di confusione riguardo i valori, per cui individualismo, indifferenza nei confronti degli altri e pretesi diritti dei singoli a scapito dei doveri verso il bene comune, logorano il tessuto connettivo non solo della famiglia, ma della stessa società.

L’interessamento della Chiesa nei confronti della famiglia è molto alto basti pensare al Sinodo dei Vescovi dell’ottobre scorso sulle attuali problematiche matrimoniali e familiari e alla sua prosecuzione nel prossimo ottobre.

Inoltre non si devono sottovalutare la solerte e diuturna attenzione a difesa religiosa ed-etico-giuridica dell’istituzione, con l’attività concreta di sostegno alle famiglie nelle varie difficoltà o nelle ristrettezze economiche. E questa presenza concorre a far crescere la concordia nella società, un bene fondamentale anche per la pace fra le nazioni e le popolazioni del mondo.

Motivazioni e impegno per la pace sono stati sottolineati nella 48^ Giornata Mondiale della pace di capodanno alla luce del messaggio di Papa Francesco sul tema “Non più schiavi, ma fratelli”.

Così è iniziato il 2015, che tutti desiderano felice, pur sapendo, come scrive un anonimo, che: "Finché abbiamo dei ricordi, il passato dura. Finché abbiamo delle speranze, il futuro ci attende. Finché abbiamo degli amici, il presente vale la pena di essere vissuto". E San Padre Pio ricorda a tutti che: “Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere”.

DON GIACOMO SIMONETTI