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Ventimiglia
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L’inizio della novena di Natale a Ventimiglia: un’occasione di fraternità

16 dicembre 2014 | 23:29
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L’inizio della novena di Natale a Ventimiglia: un’occasione di fraternità
L’inizio della novena di Natale a Ventimiglia: un’occasione di fraternità
L’inizio della novena di Natale a Ventimiglia: un’occasione di fraternità
L’inizio della novena di Natale a Ventimiglia: un’occasione di fraternità
L’inizio della novena di Natale a Ventimiglia: un’occasione di fraternità
L’inizio della novena di Natale a Ventimiglia: un’occasione di fraternità

Si è svolta in Cattedrale a Ventimiglia la celebrazione per l’inizio della novena di Natale con l’evento “non c’era posto per loro in albergo – accogliamo Gesù” organizzato dalla Caritas diocesana

Si è svolta in Cattedrale a Ventimiglia la celebrazione per l’inizio della novena di Natale con l’evento "non c’era posto per loro in albergo – accogliamo Gesù" organizzato dalla Caritas diocesana.

La serata è iniziata alle 20.30 quando, cogliendo l’invito di Papa Francesco che ha chiesto di "portarla ovunque", è stata accolta la Croce di Lampedusa alla Marina di San Giuseppe (Ventimiglia), città sulle sponde dello stesso mare attraversato da tanti migranti e richiedenti asilo in cerca di speranza e protezione, città di passaggio verso l’Europa.
Dopo un momento di preghiera iniziale e l’accensione delle candele, con una fiaccolata, tutti i presenti si sono spostati nella cattedrale dove Mons. Antonio Suetta, con la presenza di Mons. Bernard Barsi – Arcivescovo di Monaco e di Mons. André Marceau – Vescovo di Nizza ha guidato la novena di Natale.

Il Vescovo nel concludere la serata ha infine ricordato che abbiamo iniziato questa novena accogliendoci vicendevolmente e cercando di renderci più consapevoli nei confronti del grande mistero della vita. L’abbiamo iniziata cercando di fare posto a coLui per il quale non c’è stato posto nell’albergo degli uomini. Questa sera abbiamo pensato alle tante persone che sono morte nel nostro mare e pensato anche alle tante persone che invece abbiamo avuto la gioia di accogliere in mezzo a noi, come l’amico che ha dato la sua testimonianza. Ci aiuti la Madonna di Lampedusa, venerata in modo particolare nella nostra diocesi per un singolare legame proprio con l’isola di Lampedusa che è stata al centro questa sera della nostra riflessione e della nostra venerazione. Ci aiuti la Madonna e ci accompagni alla grotta di Gesù bambino, a contemplarlo nel mistero della sua fragilità, della sua umiltà, del suo nascondimento e della sua potenza di salvezza per noi; metta nel nostro cuore l’entusiasmo che i pastori hanno avvertito dentro di sè quando hanno detto con gioia andiamo fino a Betlemme a vedere quello che il Signore ha fatto per noi. Sia così anche per noi che, con la novena di Natale, ci incamminiamo a celebrare il mistero della Sua venuta e della Sua presenza in mezzo a noi.

Non avremmo fatto magari una grandissima cosa questa sera, di quelle che vengono registrate dalle cronache che contano, ma se abbiamo accettato che il Signore tocchi il nostro cuore, lo cambi, lo renda più attento, lo renda più accogliente verso gli altri avremmo davvero fatto una cosa grande, bellissima, decisiva e preziosa.

Durante la novena è stato riservato uno spazio per l’ascolto della testimonianza di Abu Bark, un giovane che chiede asilo in Italia:
"Gentili Signore e Signori. Vi porto il saluto dei miei compagni ed il mio personale. Ho piacere di raccontarvi la storia del nostro avventuroso viaggio. La mia patria è il Mali, dal quale sono scappato a causa di una guerra che divide il paese.
La violenza travolge i giovani, le donne e gli uomini che si ribellano alle armate diadiste: e fu così che decisi di attraversare a piedi il Mali, due settimane di cammino, ed il Niger in automobile per giungere fino in Libia dove mi sono fermato tre settimane prima di prendere il mare a bordo di un barcone per raggiungere l’Italia. Ho preferito rischiare la vita per evitare la morte certa nel mio paese.
Il viaggio in mare fu difficile. La sofferenza di noi viaggiatori senza alcun genere di conforto durante la traversata, in mezzo ai malati ed al vomito delle persone stremate dal mal di mare. Era la prima volta che vedevo il mare. In quella situazione precaria temetti per la mia vita. Tutta la notte viaggiai con l’ansia di annegare. Finalmente, una nave italiana arrivò a soccorrerci.
Dopo poche ore arrivammo in Sicilia, dove abbiamo avuto i primi soccorsi e ci hanno dato cibo, vestiti e scarpe.
Pochi giorni dopo in bus ci hanno portati all’aeroporto, dove un aereo ci ha trasferiti a Milano.
Con un’auto siamo arrivati ad Imperia e da qui a Sanremo presso la Caritas, che ci ha messo a disposizione una casa e tutto quanto ci occorre.
Abbiamo presentato la richiesta di asilo e l’appuntamento con la commissione che valuterà sarà nel novembre dell’anno prossimo.
Da quando siamo arrivati a metà luglio, i volontari della Caritas e di Mappamondo ci stanno insegnando l’italiano.
In ottobre abbiamo fatto un corso di formazione e da un mese abbiamo iniziato un tirocinio in campagna ed in un frantoio.
Spero di vivere qui e di lavorare. Grazie per l’accoglienza."