Il vescovo celebrerà alle 18 la Messa e il Te Deum di ringraziamento nella concattedrale di San Siro
Nel Te Deum è contenuta la saggezza profonda che, nonostante tutto, porta a dire che c’è del bene nel mondo e che è destinato a vincere grazie a Dio, che è nato in mezzo al popolo, è morto e risorto per donare speranza
Sempre più numerosa è la gente che cerca di dimenticare le difficoltà e di sfuggire le angosce trovando vie di fuga e piaceri immediati ed effimeri, nell’incapacità di guardare la totalità della vita. Il canto di questa sera non chiede di ignorare le problematicità o fingere che tutto vada per il meglio ma solo di lodare Dio per il dono della vita.
L’inno di ringraziamento che si apre con la lode “Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore” e termina con una professione di fiducia “Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno” vuole, quindi, essere un’occasione per ricordare a ciascuno che, anche in mezzo alle difficoltà, alle sofferenze e alle prove, la vita e il tempo sono doni veri e autentici dell’Amore di Dio per ciascuno e motivo di sincera gratitudine.
Nel Te Deum, infatti, è contenuta la saggezza profonda che, nonostante tutto, porta a dire che c’è del bene nel mondo e che è destinato a vincere grazie a Dio, che è nato in mezzo al popolo, è morto e risorto per donare speranza.
Nel canto di questa sera, al termine di quest’anno, tutti i fedeli siano, quindi, testimoni dell’Amore del Padre e la consapevolezza di essere amati dia senso e forza alla fede e alla vita di ciascun cristiano.