VISITA NELLE PARROCCHIE: LA TESTIMONIANZA DI UN SEMINARISTA
Con la presenza e la testimonianza alle celebrazioni domenicali e nella partecipazione agli incontri dei gruppi presenti abbiamo dato inizio ad un’esperienza che coinvolgerà tutta la Diocesi
Dopo aver partecipato alle Messe domenica 16, dopo aver incontrato lunedì 17 e mercoledì 19 i bambini che quest’anno hanno iniziato il primo corso di catechismo e quelli che riceveranno il Sacramento dell’Eucarestia e della Confermazione, dopo aver conosciuto i Lupetti e le Coccinelle del Branco Scout (con i capi e gli aiuti) di Sanremo2 e i giovani e giovanissimi che animano l’oratorio e l’azione cattolica, sabato 22 novembre si è conclusa, per la Parrocchia di N.S. della Mercede di San Remo, la settimana dedicata alla sensibilizzazione verso il Seminario Diocesano.
Dopo questa prima esperienza uno dei seminaristi coinvolti ha lasciato la sua testimonianza.
"Con la presenza e la testimonianza alle celebrazioni domenicali e nella partecipazione agli incontri dei gruppi presenti abbiamo dato inizio ad un’esperienza che coinvolgerà tutta la Diocesi. Lo scopo è quello che muove anche la nostra vita di seminaristi: raccontare la gioia dell’incontro con Gesù con la vita più che con le parole. Il coinvolgimento nel gioco, nelle attività artistiche (abbiamo visto enormi cartelloni pieni di disegni) e nella catechesi sono l’aspetto più evidente delle giornate del Seminario.
In realtà anche l’incontro con le persone che, incuriosite e – dobbiamo dirlo – davvero felici per la nostra presenza, ci salutano, ci domandano, ci dicono la loro vicinanza nella preghiera e nell’affetto, è per noi di incoraggiamento e di gioia.
La scoperta che le parole del Signore si realizzano anche in queste situazioni che appartengono alla quotidianità, ma sono momenti privilegiati nel cammino di fede, ci incoraggia a darci ancora più da fare.
Non si può raccontare tutto quello che si vive e si sperimenta in giornate così piene di incontri e, in questo caso, parlare dei fanciulli mi sembra quasi scontato; vorrei perciò dedicare una riflessione sul servizio svolto dagli educatori e dai genitori (non citando i Frati, solo perché da bravi figli di San Francesco, vogliono solo servire il Signore con l’umiltà di chi non vuole apparire).
Ringrazio il Signore per il dono di persone che dedicano il loro tempo alle attività della parrocchia ed ai genitori che, magari con sacrificio, scelgono di portare i loro figli e le loro figlie a vivere questa esperienza.
Questo perché spesso, prese dalle tante frenesie della quotidianità, le persone non comprendono l’importanza di questi momenti di crescita spirituale ed umana, che diventano ancora più preziosi e significativi in una situazione così complessa come quella che la nostra società sta vivendo.
Pensare poi che ci sono educatori ed educatrici che – per amore – impegnano il loro tempo in questo modo ci deve interrogare tutti sull’importanza dei giovani e sulla grandezza della loro testimonianza".
Un seminarista