Santuario della Madonna delle Virtù, un gioiello da salvare
In questi anni furono costruite le 15 cappellette votive poste lungo la strada che porta al Santuario e dedicate ai misteri del Santo Rosario
Il caratteristico Santuario della Madonna delle Virtù è un piccolo edificio religioso di Ventimiglia.
L’amministrazione comunale di Ventimiglia procederà alla messa in sicurezza del versante che insiste sull’edificio di culto, in particolare affidando ad un agronomo una relazione al fine di mitigare gli impatti prodotti rispetto alle esigenze dei valori naturali presenti e da tutelare. A gennaio del 2013 il crollo di alcuni grossi massi dalla collina aveva isolato il santuario.
Risalente al XIV secolo, è un Santuario molto singolare, perché ricavato all’interno di una cavità naturale, una caverna, come spesso si usava fare in Liguria a quel tempo. Gli antichi abitanti del ponente ligure infatti, una volta abbandonate le caverne dapprima usate come abitazioni, le fecero diventare santuari della loro vita sociale e religiosa.
Sceglievano posizioni dominanti, dalle quali poter controllare tutto il territorio attorno e il territorio di Ventimiglia, è costellato di una fitta rete di sentieri e mulattiere che collega l’Alta Via dei Monti Liguri alle vallate; tra le più importanti c’è sicuramente la mulattiera di Siestro, che dalla località Serre, guida al Santuario della Madonna delle Virtù. Tanto caro agli abitanti di Ventimiglia già dal ‘600, risale al 1520, quando i frati Agostiniani edificarono una cappella dedicata alla Vergine delle Virtù, per conservare un ritratto della Madonna. La cappella fu poi ampliata nel corso dei secoli, fino a divenire il Santuario che possiamo ammirare oggi e si dice che qui furono ritrovati i resti ossei di San Secondo martire, come dichiarato in una lettera dal vescovo di allora al cardinale Borromeo.
Intanto un crescente numero di pellegrini giungeva al Santuario ad adorare la sacra immagine della Madonna delle Virtù, si resero necessari dunque alcuni lavori di ampliamento e sistemazione della mulattiera. In questi anni furono costruite le 15 cappellette votive poste lungo la strada che porta al Santuario e dedicate ai misteri del Santo Rosario.
Altri lavori si susseguirono durante i secoli, nel XVII e nel XVIII secolo in particolar modo. E’ il 1925, quando don Gamaleri, dà inizio alla ricostruzione delle 15 cappellette votive lungo la mulattiera, ormai segnate dal tempo, che terminerà nel 1939, con mons. Borea. La devozione dei fedeli nei confronti del Santuario si manifesta durante tutto l’anno, in particolar modo il Lunedì dell’Angelo, quando è abitudine per i Ventimigliesi, fare una scampagnata fin su alla grotta del Santuario, chiamata “Pascheta ae Vertü”. La tradizione fu sospesa per alcuni anni tra il ’64 e il ’76, ma fu poi ripresa grazie all’opera delle Rezerie dei Sestieri cittadini e la Cumpagnia. Ora la celebrazione della "Pascheta ae Vertü” prevede una scampagnata in mattinata, la partecipazione alla Messa con omelia in dialetto e un momento di convivialità con specialità tipiche fatte da alcune massaie del luogo; alla fine alcuni tornano a casa per pranzo, mentre un numero sempre più crescente di persone preferisce pranzare al sacco proprio al Santuario.