Il Punto di Don Simonetti |
Sanremo
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L’uomo non deve potersi difendere accusando gli altri, ognuno è responsabile di ciò che accade

21 novembre 2014 | 14:43
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L’uomo non deve potersi difendere accusando gli altri, ognuno è responsabile di ciò che accade

Bisogna che ognuno si assuma le proprie, piccole o grandi, responsabilità per correggere comportamenti, azioni contro la salvaguardia e il rispetto del creato, perché la natura violata reagisce rivendicando il proprio spazio

Una frase di Martha Medeiros: “Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante" mi è tornata ripetutamente in mente in queste settimane di eccezionali perturbazioni meteorologiche che hanno disastrato paesi e città in parecchie regioni d’Italia.

Questa tragedia dovrebbe far sentire a tutti l’esigenza di una consapevole responsabilità con un sobbalzo di autentico amor proprio che, pur non disdegnando il contributo della solidarietà, induce a ricorrere ai ripari necessari per scongiurare e prevenire tali eventi, non accontentandosi di inutili lamentele.

E Sant’Agostino denuncia un altro rischio: “Gli uomini privi di speranza, quanto meno badano ai propri peccati, tanto più si occupano di quelli altrui. Infatti cercano non che cosa correggere, ma che cosa biasimare. E siccome non possono scusare se stessi, sono pronti ad accusare gli altri”.
Infatti di fronte ai disastri e alle calamità succede l’immediato palleggio di responsabilità, naturalmente attribuendo tutte le colpe agli altri.

A ben pensarci invece è il caso che ognuno si assuma le proprie, piccole o grandi, responsabilità per correggere comportamenti, azioni contro la salvaguardia e il rispetto del creato, perché la natura violata reagisce rivendicando il proprio spazio e travolgendo quanto lo usurpa. Non ci si deve illudere o sperare nella fortuna, essendo la natura retta da ferree leggi, che non ammettono deroghe ed eccezioni.
Pertanto tocca all’uomo, dotato di ragione, studiare, conoscere e rispettare tali leggi. Si tratta di un’educazione che deve iniziare dall’infanzia ed estendersi a tutte le età dell’uomo.

Pascal ha definito l’uomo come la più fragile canna, che basta un niente per schiacciarla, ma è una canna pensante per cui è consapevole della propria fragilità e nel contempo può ricorrere ai ripari per potersi difendere. E la difesa inizia dal rispetto e dalla salvaguardia del creato.

DON GIACOMO SIMONETTI