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La nostra Diocesi canta DEO GRATIAS: Silvio Dissegna (1967-1979) è Venerabile!

17 novembre 2014 | 08:01
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La nostra Diocesi canta DEO GRATIAS: Silvio Dissegna (1967-1979) è Venerabile!

La nostra Chiesa locale desidera unirsi alla gioia dei familiari del novello Venerabile, della Chiesa torinese e del mondo intero per questo passo decisivo nel Processo di Beatificazione di Silvio Dissegna!

Venerdì 7 Novembre scorso Papa Francesco ha firmato il Decreto sull’eroicità delle virtù del Servo di Dio Silvio Dissegna.
Nacque all’Ospedale di Moncalieri il 1 Luglio, festa del Preziosissimo Sangue. Primogenito di mamma Gabriella Martignon, originaria di Piombino Dese, e di Ottavio Dissegna, operaio Fiat nato a Castelminio di Resana in provincia di Treviso.

La Famiglia Dissegna vive a Poirino (TO), in una borgata tranquilla, immersa tra le ampie distese di campi di granoturco. Silvio cresce nutrendo di giorno in giorno un amore sempre più profondo ed intenso verso Gesù, Signore della storia e del suo cuore, imparando fin da piccolissimo a gioire di vivere ed agire alla Sua presenza. La viva devozione a Maria ed il suo amore confidente verso la nostra Mamma del cielo è uno dei cardini della sua crescita spirituale. La robusta fede dei genitori, da loro trasmessa al figlio insieme col latte materno, in lui diventa necessità primaria nell’economia della sua giornata. Una giornata semplice, una giornata ordinaria: la giornata di un bambino, di un bambino sano e socievolissimo, che ama giocare, studiare e stare in compagnia dei suoi amici. Nel suo cuore, però, una delicatezza, una squisitezza particolarmente spiccate: perché anche i suoi amichetti siano felici, ogni tanto li fa vincere senza che loro si accorgano del suo gesto. Vuole e sente dentro il suo cuore che si è al mondo per essere felici e condividere con tutti questa felicità, dono prezioso della presenza di Dio tra noi!

Offrire la propria gioia a chi non ce l’ha, condividendo. Lo spirito del servizio, il desiderio di amare servendo chi è vicino, i suoi genitori lo riscontrano fin dai primissimi anni di vita, come quando, a soli due anni, vedendo che in cucina non c’era più olio, scese da solo in cantina per prendere un bottiglione. Ma era troppo pesante per lui e salendo la scala cadde e si fece male. Appena mamma accorse per aiutarlo, lui manifestò il suo dispiacere non per il dolore fisico della caduta ma per aver compiuto quel gesto senza il permesso dei genitori e così si espresse, chiedendo perdono ai genitori con parole di questo tenore: “mi spiace, l’ho fatto solo per aiutarvi”.

Un bambino vero, pieno di entusiasmo e di voglia di vivere; di condividere con i suoi genitori, il suo fratellino Carlo, i suoi amici, le emozioni del suo cuore e le idee della sua intelligenza vivace; il tutto presentato con la maturità e l’educazione che più che di un bimbo sapevano davvero di “adulto”, anzi: di “signore adulto”. La data della sua Prima Comunione, tanto attesa, segna l’inizio di un nuovo periodo, il tempo in cui il Mistero dell’amore del Suo Gesù, viene ad abitare realmente nel Suo Cuore. Si confessa molto spesso e desidera migliorare sempre di più, crescendo nel servizio in famiglia e fuori. L’appuntamento con Gesù eucaristico diventa il fulcro della sua vita spirituale ed umana. Sì: perché non c’è vero cristiano se prima la persona non è vero uomo o vera donna: una persona sbiadita e sciatta non potrà mai essere un cristiano “a tinte forti”! Da grande gli piacerebbe molto fare l’insegnante. Ama così tanto il calcio che – perché no? – non sarebbe mica male fare il calciatore! La squadra per cui tifava era la Juve di Zoff, di Tardelli, di Bettega. Vive la vita concreta, non si rifugia in un mondo di visioni, di sogni, di fantasmi! Questa non sarebbe né fede né verità. Nella primavera del 1978 iniziano a presentarsi dei dolori sempre più insistenti ad una gamba. Presto si scoprirà trattarsi di un brutto tumore: l’osteosarcoma. Silvio, pur avendo sollo 11 anni, si rende conto fino in fondo della gravità della prova a cui il Signore, nel mistero della Sua Santissima ed adorabile Volontà, lo sta chiamando. E’ fiducioso. Desidera guarire, naturalmente. Lo chiede al Signore, con il quale si sente ancora più intimamente legato, potendo offrire a Lui, che, Unico vero Innocente, ha così tanto sofferto per la nostra salvezza, i suoi dolori di bambino innocente. Aumenta ancora di più in lui il desiderio di amare nel servizio gli altri e di poter rivolgersi loro con gesti di vera Carità. Il 21 maggio di quell’anno riceve la Cresima nella Parrocchia di Poirino. Vi si reca sulla sedia a rotelle, perché l’avanzare della malattia non gli permette di stare dritto sulle gambe per la durata della Celebrazione. I suoi amici e compagni forse non avevano capito ancora bene, fino a quel momento, la gravità del suo stato di salute. Lo Spirito del Signore lo conferma nella fede, facendolo diventare davvero “soldato di Cristo”, indefettibile Testimone del suo Amore, Amore che si dona fino alla fine, senza tregua né ripensamenti, né condizionamenti. Il male avanza. E Silvio, acuisce sempre di più le armi per combatterlo spiritualmente il male. Chiede, infatti, ai suoi genitori: “Dite a Don Luigi (si tratta di Don Luigi del Santo, sacerdote della sua Parrocchia,) di portarmi la Comunione a casa. Voglio Gesù tutti i giorni”. Gesù Eucarestia è la sua forza, la sua consolazione, il segreto della sua continua speranza. Rincuora mamma e papà, li invita a non essere tristi perché Gesù gli vuole bene. E lui, da parte sua, con gioia offre tutto a Lui per la fedeltà dei sacerdoti, per la Chiesa, per il Papa, per le Missioni, per la salvezza di tutti gli uomini. Invita più volte papà Ottavio a non arrabbiarsi, a non prendersela assolutamente con il Signore, ma a pregare, a pregare con serenità e grande fiducia. Gesù ci vuole bene! Inizierà un calvario di 7 viaggi a Parigi dove verrà sottoposto ad una devastante chemioterapia. Come rimarrà addolorato per le bestemmie sentite pronunciare da un suo vicino di letto in ospedale! Lo racconterà subito al papà, l’indomani mattina, spiegandogli il suo impegno di preghiera e di offerta per riparare quelle offese così gravi al Signore. Fa coraggio a tutti, Silvio: ai suoi familiari, a chi, sempre più spesso, lo va a trovare a casa, ai suoi compagni di corsia, allo stesso medico di Parigi che si sente impotente di fronte all’inarrestabile aggressione del cancro: “Le mie sofferenze mi preparano a vedere Dio”, gli dirà un giorno. Prima di partire per il terzo viaggio a Parigi, a papà Ottavio: “Papà, oggi il tuo Silvio cade per la terza volta sotto la croce”. Il suo amore grande per Gesù Silvio sa essere l’unica vera risposta possibile a quel Divino Amore di predilezione che lo invita a compartecipare alle sofferenze di Cristo. Quando le metastasi affioreranno sulla sua fronte, commenterà, rivolgendosi a mamma e papà: “Ecco i segni della corona di spine”. La malattia devasta la sua singolare bellezza, ma lui non si scompone. La bellezza sa che è un’altra; almeno quella che conta e che rimane. I dolori sono sempre più atroci. Mamma e papà, nel cambiargli di posizione nel letto, spesso sentiranno lo scricchiolio delle ossa che gli si frantumano. Quella cameretta di dolore in casa Dissegna di Borgata Becchio a Poirino diventa un “Santuario di fervente preghiera”. Quante volte Silvio inviterà mamma e papà ad andare a letto a riposare, perché sono stanchi e lui desidera rimanere solo con Gesù e dirgli tutto quello che ha nel cuore. Sgrana il suo Rosario missionario, pregando la Vergine che di Gesù è Madre ed è stata compagna fedele nella sofferenza fino agli estremi attimi del Calvario. Non vuole la morfina. Vuole essere lucido per poter offrire al Signore Gesù, con piena consapevolezza, tutto ciò che ha da offrirGli. Perderà la vista; un occhio, letteralmente, gli scoppierà. Perderà anche l’udito. Ma rimarrà inalterata la sua serenità, la sua fede, il suo sorriso. Il 24 settembre del 1979 il Calvario di Silvio ha termine. Lo diceva lui a mamma e papà di non piangere perché dopo il Calvario c’è la Risurrezione. L’ultima parola non è la Croce, è la Vita, quella eterna, ottenutaci “grazie” a quella croce. La fama di santità presto iniziò a spargersi dapprima nella Diocesi torinese, poi, dopo la pubblicazione della sua prima biografia, a cura di Don Antonio Bellezza Prinsi, oltre i confini del Piemonte e oltre quelli dell’Italia. Milioni e milioni sono, da anni, nel mondo i devoti di questo grande EROE della fede cristiana, EROE dell’Amore che non si tira in dietro di fronte a nulla e si offre fino alla fine, EROE di quella speranza che, ancorata in Cristo, dà senso, l’unico pregnante di autentico significato, al vivere.
Questi sono alcuni tratti soltanto per parlare di un grande Santo del nostro Tempo: un protettore per le nostre famiglie aggredite da tanti mali – più gravi ancora quelli spirituali! –, luminoso intercessore presso Dio perché il Signore ci ottenga la grazia di comprendere fino in fondo che se non diventeremo come bambini “non entreremo mai”! Un teorema – potremmo definire la Testimonianza di Silvio – ad ulteriore riprova di questa verità: non ci vogliono chissà quanti anni scritti sulla carta d’identità per farsi santi, per essere santi! Non ci vuole la piena realizzazione dei propri desideri di bene su questa terra; non è necessario fondare Ordini religiosi, dare vita a chissà quale istituzione per compiere la volontà di Dio. Il Signore vuole che cerchiamo di farci santi PARTENDO DA ADESSO, in qualunque età e stato di vita. Quanti sono nella Storia della Chiesa e nel Libro della Vita i “Santi del frattempo” (amo chiamarli io): coloro che nell’attesa di diventare anagraficamente adulti e realizzare quella che pensavano fosse la loro vocazione, il Signore ha chiamato a Sé “prima” quando, comunque, erano già perfettamente pronti e completi nel loro cammino spirituale!

La nostra Chiesa locale desidera unirsi alla gioia dei familiari del novello Venerabile, della Chiesa torinese e del mondo intero per questo passo decisivo nel Processo di Beatificazione di Silvio Dissegna! Come Chiesa di Ventimiglia – San Remo, e ancora più nello specifico come Corale diocesana, abbiamo avuto la gioia e l’onore di vivere “momenti forti” in comunione con i coniugi Gabriella e Ottavio Dissegna.

Il 14 Dicembre 2007, nella Basilica della Madonna Miracolosa di Taggia, durante il Concerto spirituale intitolato “In visita alla Casa di Maria”, venne letta la testimonianza inedita scritta dai genitori di Silvio, in cui i medesimi raccontavano il loro Pellegrinaggio, in Viaggio di Nozze, alla Madonna Miracolosa di Taggia che pregarono per la loro famiglia appena costituitasi e perché donasse loro un bimbo. E il bimbo, poco tempo dopo, arrivò: Silvio. Il 31 Maggio del 2008, poi, con i Coniugi Dissegna, insieme con l’allora Vescovo della nostra Diocesi Monsignor Careggio e parte del Presbiterio diocesano, abbiamo vissuto l’intensa emozione della celebrazione eucaristica delle ore 10.30 nella Parrocchia di Sant’Agostino a Ventimiglia, durante la quale Stefania Anfosso ed il sottoscritto abbiamo detto il nostro “Sì’” perché il nostro amore venisse consacrato nel “SI’” d’Amore eterno di Cristo. I cari Gabriella e Ottavio, infatti, sono stati Testimoni di Nozze del nostro matrimonio.

E il 24 Settembre 2009, nel trentesimo anniversario del “dies natalis” di Silvio, Gabriella ed Ottavio hanno vissuto momenti di preghiera e di condivisione con la nostra Chiesa di Ventimiglia – San Remo pellegrina a Colle Don Bosco, incontrando e salutando Monsignor Careggio e partecipando alla Santa Messa nella Basilica superiore, durante la quale fu eseguita in I assoluta la “Messa della Famiglia”.

Insomma: il Signore ci ha donato di poter partecipare a momenti speciali di Grazia e di comunione attraverso i quali ci siamo sentiti davvero “di famiglia” con questo gigante della fede, ora proclamato Venerabile. Lo abbiamo nel cuore e ci affidiamo alla sua intercessione. Chiediamogli, chiediamogli che ci ottenga da Gesù la sua fede, la sua coerenza, il suo sorriso anche nella prova, la sua fiducia adamantina! La sua Carità!

Davide Tepasso Maestro della Cappella Musicale della Diocesi di Ventimglia – San Remo