La gioia e la bellezza del vivere insieme
E’ una sfida che si vince con un’educazione che porta gli uomini ad uno scambio di sole informazioni, ma soprattutto all’accoglienza reciproca che abbatte indifferenza e crea solidarietà
All’inizio dell’Avvento e vicino alla festa dell’Immacolata è opportuno riflettere su un pensiero di San Massimiliano Kolbe: “Una cultura dell’amore, come suscita la devozione a Maria, madre di Gesù, non è la soluzione pratica dei casi difficili, anche di disumanità, ma certamente un’educazione di buona relazione con il prossimo”.
E’ un’indicazione per affrontare l’emergenza educativa del nostro tempo in cui prevale l’egoismo, l’indifferenza e l’economia, che portano ad una vita e ad una cultura caratterizzata da utilitarismo ed individualismo.
Inoltre i mezzi della comunicazione, in particolare quelli digitali, che permettono la diffusione, in tempo reale, di notizie e informazioni dovunque nel mondo, d’altro lato influiscono anche negativamente, perché di fatto possono indurre a cercare i meno impegnativi contatti virtuali e a trascurare quelli reali con gli altri.
E’ una sfida che si vince con un’educazione che porta gli uomini ad uno scambio di sole informazioni, ma soprattutto all’accoglienza reciproca che abbatte indifferenza e crea solidarietà; di qui la necessità che già da piccoli si faccia sperimentare la gioia e la bellezza del vivere insieme.
"Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione. L’istruzione è la prima cosa”: questo afferma Malala Yousafzai, la ragazza afghana di 16 anni, Premio Nobel per la pace, salvata dall’attentato dei talebani. Papa Francesco con i discorsi al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa sottolinea l’urgenza di una cultura capace di accoglienza e alla necessità di costruire un continente non intorno all’economia, ma alla sacralità della persona umana e a combattere contro le diseguaglianze, a non lasciare soli poveri e anziani. Con Vladimir Ghika concludo: “Ricordarsi dei dimenticati è mettersi accanto a Dio che non dimentica nessuno”. Una cultura dell’amore può realizzare questo miracolo.
DON GIACOMO SIMONETTI