Università delle Tre Età: lunedì scorso lezione inaugurale dell’Anno Accademico 2014-2015
L’Assessore alla Cultura Daniela Cassini, ha sottolineato come Unitre trasmetta una cultura aperta a tutti, una cultura diffusa, senza barriere ed aperta al futuro.
Lunedì 27 Ottobre, nella stupenda Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue, l’Università delle Tre Età di Sanremo, ha virtuarmente tagliato il nastro del terzo anno accademico del nuovo corso partito ad inizio 2013 dopo una pluriennale interruzione. La guida della Presidente Dott.ssa Paola Forneris e di tutto il direttivo di questa benemerita associazione è quanto mai efficace ed innovativa. Lo dimostra il ricco programma di conferenze e corsi tematici che la Presidente ha presentato all’inizio di questa Lezione Inaugurale e che è possibile consultare facilmente nel sito www.unitresanremo.it
In tema di novità, come noto, anche i “padroni di casa” pro tempore sono cambiati. Il neosindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, che gli studenti di Unitre avevano già conosciuto come imprenditore in una conferenza sulla innovazione floricola ed anche durante una visita alla sua azienda, ha brevemente dato il via alla lezione dicendosi onorato di ospitare UNITRE e felice di vedere la sala gremita, attribuendone il merito all’ospite d’onore, il poeta-scrittore, sanremese d’adozione, Giuseppe Conte, insignito recentemente del Premio San Romolo per la Letteratura.
L’Assessore alla Cultura Daniela Cassini, ha sottolineato come Unitre trasmetta una cultura aperta a tutti, una cultura diffusa, senza barriere ed aperta al futuro.
La Presidente Forneris, ha condiviso questo concetto, aggiungendo che la cultura è molto utile per i nostri pensieri, anche quando formata da conoscenze prive di utilità pratica o professionale, come ampiamente dimostrato nel celebre saggio di Nuccio Ordine, “L’utilità dell’inutile”, presentato recentemente ai Martedì Letterari del Casinò.
E poi Giuseppe Conte ha veramente diffuso questa cultura a tutti i presenti.
Egli si definisce uomo del quarantaquattresimo parallelo che è comune alla Liguria ed alla Provenza ( infatti, nato a Porto Maurizio, ha abitato diversi anni a Nizza prima di trasferirsi a Sanremo).
In questa zona di ulivi e rocce, rosmarini e ginestre, Conte dice di aver cercato sentieri di primavera, chiedendosi spesso a cosa serve la poesia.
La ricerca di una risposta non finisce mai, perché il poeta sostiene Conte è un po’ astronomo ed un po’ giardiniere e sia nel cielo che sulla terra le trasformazioni sono continue ed a volte appaiono simili.
Questo binomio di terra e cielo si ritrova anche nella mitologia greca dove le Muse vengono fatte discendere da Gea ed Urano.
Esempi illustri di riferimenti celesti e botanici sono due poeti diversissimi come Leopardi e D’Annunzio, di cui Conte ha letto magistralmente alcuni brani.
Conte sostiene che è la poesia l’arte veramente universale e non la musica. Le parole di una poesia anche tradotte non perdono freschezza. Egli l’ha verificato nel sud dell’India studiando le opere del poeta Kabir, grande personaggio apprezzato sia dai musulmani che dagli indù.
La poesia serve a capire, ad agire, a reagire, a cogliere i nessi, a rapportarti con chi ti è vicino, tonifica l’anima, è un linguaggio vivente e creante, insomma serve per stare al mondo.
Viviamo in un’epoca in cui si da’ molta importanza al denaro ed all’energia.
Il motto latino, Carmina non dant panem , certo segnala che già nell’antichità i poeti potevano avere difficoltà economiche, tuttavia il bisogno di poesia è tale che l’uomo cerca di conciliare la terra ed il cielo per poter dare un senso alla propria vita.