Quando il diverso è “estraneo” anche in una stazione ferroviaria!

3 ottobre 2014 | 08:05
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Quando il diverso è “estraneo” anche in una stazione ferroviaria!

Il diacono Domenico Marrara, Direttore dell’ufficio per la cooperazione tra le chiese, ci racconta qualcosa su cui riflettere

Alcuni giorni fa, come faccio regolarmente, ho dedicato un pò del mio tempo a quattro giovani africani provenienti dalla Guinea Conakry e dal Mali, stati dell’Africa centro-occidentale, e sbarcati fortunosamente sulle coste della Sicilia e affidatici dalla nostra prefettura per dare loro vitto e alloggio e un graduale inserimento nella nostra società occidentale. Le volte precedenti abbiamo visitato il centro città cercando di far memorizzare ai nostri ospiti gli uffici di pubblica utilità come le poste, il commissariato di sicurezza, il comune, e i negozi del centro per le eventuali necessità. Oggi il " programma di  inserimento "prevedeva la visita e la conoscenza della Stazione Ferroviaria della nostra cittàEntrati nell’atrio della stazione ho illustrato loro il suo funzionamento e quello dei vari servizi annessi come la biglietteria, il posto di polizia ferroviaria, il bar, le emettitrici automatiche di biglietti e andando avanti lungo il percorso i tapis roulantes le scale mobili i vari segnali di pericolo e i comportamenti da tenere in caso di incendio o altre urgenze! Forse non è ovvio dire che in tutta la Guinea Conakry e il Mali non esistono scale mobili, tapis roulantes e altre "diavolerie simili" e quindi i nostri ospiti non hanno la benché minima idea di come possono funzionare questi marchingegni! Verso la fine della "visita guidata" mentre ci avviciniamo all’uscita si avvicina una solerte signora in divisa FS che mi "apostrofa" chiedomi chi sono e che cosa sto facendo, mentre pian piano mi riprendo e "scendo dalle nuvole "per la richiesta insolita che mi viene rivolta, rispondo che sono un collaboratore della Caritas Diocesana e che sto facendo visitare la stazione ai quattro rifugiati in modo che se avessero bisogno di utilizzare il treno sappiano come fare. Ma la signora FS mi riprende subito dicendomi che io non sono "autorizzato" a far visitare la stazione a degli "estranei"!! ed a questo punto "mi tocco per vedere se ci sono" e tra me e me mi chiedo: "ma chi sono gli estranei in una stazione ferroviaria?!"Senza voler entrare di più nei dettagli della situazione paradossale in cui mi trovavo, mentre la signora spiegava la situazione agli agenti della Polizia Ferroviaria sono stato identificato, dagli stessi agenti e dopo avere spiegato il motivo della mia presenza e di quella dei nostri ospiti africani in stazione, sono stato "rilasciato" !!Non condivido nella maniera più assoluta le modalità di approccio e alcune espressioni utilizzate dal personale FS, anche se posso comprendere il "timore" che il nostro piccolo gruppetto può aver creato alla signora, ringrazio invece gli Agenti della Polfer che con molta professionalità’ unita a gentilezza e umanità hanno capito da subito le ragioni della nostra presenza e del nostro "fare sospetto" in stazione. Una nota positiva di tutta questa esperienza è che possiamo stare tranquilli perchè il sistema di vigilanza antiterrorismo FS funziona molto bene anche nella nostra piccola Stazione FS di Sanremo! 
Il grande dubbio che l’incontro-colloquio con l’addetta FS alla sicurezza mi ha però lasciato è questo:" se il colore della pelle dei nostri ospiti fosse stato diverso il grado di allerta dimostrato dal personale FS sarebbe stato dello stesso grado"? Voglio pensare e augurarmi che la risposta a questa domanda sia affermativa! Tanti Auguri per il delicato lavoro di vigilanza alla Signora FS, ma suggerisco un miglioramento dell’approccio relazionale con i clienti o con i…… "presunti terroristi"! 

Diac. Domenico Marrara – Direttore dell’ufficio per la cooperazione tra le chiese, Collaboratore di Caritas Diocesana e Ufficio progetti di cooperazione internazionale CLMC