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Divieto di bivacco e accattonaggio: le considerazioni di Mauro Servalli

8 ottobre 2014 | 13:58
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Divieto di bivacco e accattonaggio: le considerazioni di Mauro Servalli

La crisi occupazionale ed economica che attraversa la nostra città come il resto d’Italia, sta producendo effetti sociali devastanti, con un aumento drammatico delle nuove povertà e dei fenomeni di indigenza totale

La povertà non è un crimine! Basterebbero poche parole per commentare la vergognosa delibera di Giunta riguardante il divieto di accattonaggio e di “bivacco” non autorizzato. La gravità e l’insensatezza di questo fatto, però, meritano un ragionamento più approfondito, anche in vista dell’approdo di tale discussione in Consiglio Comunale.
Partiamo da un dato sotto gli occhi di tutti: la crisi occupazionale ed economica che attraversa la nostra città come il resto d’Italia, sta producendo effetti sociali devastanti, con un aumento drammatico delle nuove povertà e dei fenomeni di indigenza totale. Sempre più persone, con la perdita di lavoro, spesso precario e sottopagato, e la relativa assenza di reddito si trovano improvvisamente nell’impossibilità di sostenersi, intrappolati in una condizione di miseria che conduce, in assenza di una rete anche informale di solidarietà, alla perdita della casa e alla strada.
Le Istituzioni, sia quelle nazionali che il Comune di Imperia, non danno risposte minimamente adeguate al fenomeno, come emerso chiaramente dal Consiglio monotematico sull’emergenza abitativa, lasciando il più delle volte le persone sole ad arrangiarsi come possono. E allora per molti la strada, gli espedienti, l’elemosina, sono l’unica via percorribile: una vita di miseria in cui l’unica preoccupazione è sopravvivere.
In questo contesto l’approvazione della delibera da parte del Sindaco e della sua Giunta è ancora più intollerabile. Non solo non si mette in campo nessuno strumento per combattere la povertà e la disoccupazione, ma addirittura ci si accanisce contro chi ha avuto la sfortuna di essere una vittima della crisi, contro chi in attesa di un alloggio comunale è costretto a dormire in strada (a proposito, la ristrutturazione della Casa Don Glorio è ancora ferma..), contro chi per potersi mettere qualcosa sotto i denti è costretto a chiedere l’elemosina. Questa delibera, infatti, non persegue le organizzazioni che sfruttano l’accattonaggio, ma direttamente chi, costretto dalla propria condizione, è obbligato a mendicare o a dormire all’addiaccio. Giustificata con un superficiale perbenismo, i poveri potrebbero ingenerare “nella popolazione moti di fastidio o comunque situazioni di disagio”, e con una serie intollerabile di pregiudizi e falsità, “l’accattonaggio, la mendicità, il bivacco possono costituire pregiudizio per la convivenza civile, per la sicurezza urbana, per le condizioni di vivibilità del centro urbano”, questa delibera vuole punire la condizione stessa di povertà. Come dire, insomma, che noi per la condizione di queste persone non possiamo fare niente, ma siccome i poveri in centro fanno brutto li invitiamo caldamente a non farsi vedere in giro. E se insistono gli sequestriamo pure quei quattro spiccioli che vengono donati dai passanti! Un atteggiamento insopportabile, da cui traspare tutta la lontananza e insensibilità di questa Amministrazione dalle problematiche sociali, oltre a una dose insostenibile di snobbismo.
Anche dal punto di vista tecnico questa delibera presenta criticità fortissime. Vengono tirati in ballo i Servizi Sociali, già oltremodo oberati di responsabilità e con scarsissime risorse a disposizione, senza precisare i meccanismi di coinvolgimento e senza lo stanziamento di risorse necessarie a fornire risposte concrete.
Tale delibera, quindi, non affronta minimamente il merito della problematica, ma si limita a darne una lettura ideologica e repressiva, in una guerra insopportabile contro gli ultimi. Si tratta, con tutta evidenza, di una bandierina politica, che una parte della maggioranza ha imposto per ricordare, alla città e a se stessa, di esistere ancora. Come emerso da alcuni organi di stampa, infatti, promotore della delibera è il gruppo del Nuovo Centro Destra che, incastrato in una coalizione sempre più scomoda e reso totalmente marginale dall’attivismo del Sindaco, cerca di uscire dall’angolo proponendo uno dei più classici, e beceri, cavalli di battaglia della destra. Un’azione in cui si è tirato dietro anche l’anima più attenta al sociale (evidentemente solo a parole) della coalizione: gli Assessori del PD e dei Socialisti, infatti, hanno prontamente approvato la delibera, calpestando, una volta di più, valori e ideali di cui un tempo si facevano bandiera e subendo l’ennesima iniziativa dei propri alleati.
La segreteria del PD sembra aver abbozzato ora una parziale retromarcia. No basta, però, aprire deboli distinguo, è necessario mettere in discussione le basi stesse della proposta.
In un Comune civile, che cerca di affrontare senza demagogia le difficoltà e realmente interessato a non lasciare nessuno indietro, delibere come questa non dovrebbero avere cittadinanza. Per questo mi auguro che la città sappia far sentire la propria voce per eliminare questo vergognoso provvedimento.

Mauro Servalli
Gruppo Imperia bene comune